Il gevero corre. Corre più che può. Probabilmente scappa da qualche rapace, lì dietro di lui. Magari dall’aquila che lo guarda con occhio vigile, dalla civetta minacciosa, da quella volpe che lo insegue in mezzo alla neve. Sopra di lui, appollaiata tra i rami, una beccaccia guarda tranquilla. Accanto, due pettirossi amoreggiano. Appena più su, galli cedroni in lotta tra loro, camorz che cercano le crode, gufi appollaiati.
Par di star nel bosco, di ascoltare questa vita altrimenti invisibile, di sentirne gli odori. Invece siamo a Salzan, a visitare la mostra “Tra natura e arte. Forme al Casello” nella quale Elvio Dal Pan, scultore e pittore, espone il suo percorso personale ed artistico. Che sia cacciatore, Elvio, si vede dalla cura con la quale osserva gli animali, che poi dipinge o scolpisce nel profumato legno di cirmolo. Che sia artista sensibile, lo capisci dalle differenti tecniche (olio, acrilico, matita) e materiali con le quali lavora (tavole, tela, legno, sassi) nel tentativo di dare forma e immagine a ciò che è per natura effimero e sfuggente, come una corsa in mezzo alla neve, un volo d’uccello o un passaggio in cengia. È un mondo chiuso in sé, quello del bosco e di chi lo osserva, un mondo che richiede attenzione, silenzio e rispetto. E se tu non lo puoi osservare, perché non lo conosci o perché magari non ci hai mai pensato, affidati all’occhio di chi lo fa e poi te lo racconta, con tutta l’attenzione e la cura possibile.
La mostra, che si è svolta dal 7 al 9 agosto, è stata un’occasione per sentirsi dentro le vite di queste creature in modo tangibile e vero, qualcosa che non può accadere neanche con il più bel documentario del National Geographic. Per noi di ARC Salzan è stato un piacere poter ospitare ancora una volta un artista locale, proseguendo il percorso di esplorazione dei talenti nascosti iniziato nel 2019 con Arrigo Dal Molin. È stata una gioia poter di nuovo incontrare persone, i tanti presenti alla vernice e i tantissimi che hanno visitato questa breve esposizione. Non vorremmo usare l’ormai insopportabile espressione “una nuova ripartenza”, ma poter ancora trovarci, anche se a distanza di sicurezza, sorriderci pur dietro le mascherine, accoglierci e chiacchierare è stata per tutti noi una sensazione inebriante, che ci fa ben sperare di poter presto, di nuovo, considerare come tutto questo sia la normalità.