Inverno in Valbelluna. Arriva una perturbazione atlantica e, dopo un inizio con neve, prende il sopravvento la pioggia… Eppure il termometro segna -1°C.
È possibile che possa veramente piovere con temperature inferiori a 0° C? Sì, il fenomeno esiste e in meteorologia prende il nome di gelicidio. In casi estremi può piovere con temperature al suolo fino a -5°C e oltre. La Valbelluna è un luogo favorevole a questo tipo di episodi, che si verificano, circa, una volta ogni inverno.
Per capirne l’origine, dobbiamo prima considerare che il “catino” bellunese e in particolare quello feltrino hanno la caratteristica di far ristagnare in inverno sacche di aria fredda nei bassi strati.
Se al termine di un periodo freddo, arriva una perturbazione che spinge venti caldi da sud-ovest o sud-est verso le Dolomiti, provocando sollevamento dell’aria e quindi precipitazioni, ecco che in aperta montagna ci sarà un rapido rialzo termico.
Nelle valli chiuse da montagne, come la Valbelluna, l’aria calda non entra subito, ma il “cuscino” di aria fredda preesistente resiste per uno o due giorni; questa situazione è da sempre alla base delle più copiose nevicate in Valbelluna (gennaio 1985, gennaio 2006, febbraio 2013). A volte, però, il richiamo caldo meridionale è talmente forte che a medie quote (solitamente 800-1400 m) si insinuano una o più lame di aria con temperatura superiore a 0°C.
Nel grafico-esempio, la linea rossa rappresenta la temperatura dell’aria alle varie quote durante un episodio di gelicidio. Si nota una notevole inversione termica fino a quota 1100 m; significa che, nell’esempio, a Feltre l’aria calda non è ancora entrata.
Se lo strato con temperatura > 0°C è molto alto o caldo, si verifica già in quota la trasformazione da neve a pioggia, con temperature positive. Pioggia che, una volta arrivata a fondovalle, nonostante temperature nettamente negative (-1,5° C a Feltre), non può trasformarsi nuovamente in neve, ma ghiaccia al contatto col suolo, formando un manto “vetrato” su tutte le superfici. Spesso molti automobilisti, “confortati” dall’assenza di neve sulle strade, sono indotti a sottovalutare questo pericolo ben superiore.