Un’iniziativa “verde” e “sociale” perché mette la natura e la persona al centro. Oscar Paganin, responsabile e anima “ecologista” del progetto che andremo a conoscere, ci spiega tutto quello che il Cantiere Verde, azienda agricola che fa rete d’impresa con il Cantiere della Provvidenza, sta seguendo e ha in serbo per il futuro: l’agricoltura rigenerativa.
Di cosa si tratta?
«In sostanza, nell’agricoltura rigenerativa, all posto di guardare subito al fabbisogno delle piante, viene data precedenza alla cura del suolo perché in un suolo sano crescono piante sane, dunque la metodologia seguita presuppone un corretto bilanciamento delle proprietà del terreno».
Dove operate?
«In una zona rurale presso villa Zuppani a Pasa, in cogestione con la Provincia, un’area che ha tanto potenziale, disponendo campi e di uno spazio verde esteso, luogo che fra l’altro si presta al recupero delle aree abbandonate e alla loro rivalorizzazione».
Cosa coltivate e di cosa vi occupate?
«Abbiamo trovato sul posto alberi di gelso, alberi da fico, antichi meleti e pereti, così li abbiamo mantenuti. Di nostro abbiamo deciso di coltivare orzo, fagioli gialét con il presidio “Slow Food” di Feltre, patate di varietà Marabel e Kennebec con la cooperativa biologica “La Fiorita” di Cesiomaggiore. Le piccole aziende agricole, che hanno sede intorno alla villa, fanno pascolare le loro vacche e capre da latte nei campi della struttura, falciano e fanno il fieno e conducono una fertilizzazione biologica dei campi. Un’altra attività molto interessante, che si contraddistingue, è l’allevamento dei bachi da seta che viene svolto in un edificio della villa, il vecchio granaio. Il Cantiere del Baco è nato nel 2013 da un’iniziativa del Cantiere della Provvidenza, che si occupa appunto di gelsibachicoltura sostenibile. Un’attività tradizionale, ancora viva nei ricordi della comunità bellunese, che dimostra di avere tutti i presupposti per poter generare nuove prospettive di sviluppo sia in termini occupazionali che economici».
E chi viene coinvolto nel progetto?
«È importante sottolineare il fondamento del Cantiere Provvidenza: l’inclusività. È essenziale dare opportunità a tutti di operare e valorizzare le diverse qualità delle persone. Al momento, ad esempio, c’è già un ragazzo affetto da autismo che aiuta nei lavori agricoli e l’idea è quella di garantire sempre più l’inserimento socio-lavorativo di persone fragili e svantaggiate».
E per il futuro?
«Ci sono tante idee da implementare con una visione a medio-lungo termine: poter dare vita ad una fattoria sociale e didattica, dove poter svolgere laboratori con la cittadinanza, oltre a organizzare eventi in modo avvicinare tutti alla natura e alle attività primarie da non dimenticare».