Tombe romane, cippi di centuriazione e l’importante strada romana Feltre-Belluno attestano l’importanza di tale zona già dai tempi dell’Impero Romano. Successivamente si ebbe la presenza dei nobili da Pasa, dei regolieri e infine dei conti, gli Zuppani, con la loro villa.
LA VILLA ZUPPANI
La famiglia Zuppani acquistò dai da Pasa alla fine del 1500 tutte le proprietà di questi ultimi, tra cui una dimora confrontabile con strutture quattrocentesche (è probabile che l’edificio tripartito e timpanato che si vede sullo sfondo nella scena della sepoltura di San Lorenzo, negli affreschi della chiesa di Pasa, sia proprio la “foto” della dimora padronale antica). Tale dimora si presentava tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII come una costruzione bassa e allungata, con un fronte asimmetrico per la presenza di due arconi al piano terra, un primo piano con aperture architravate e un basso sottotetto. La pianta era tripartita. Verso il 1694 fu costruito il timpano e l’edificio venne alzato di un piano, ricavando gli oculi nel sottotetto. Nel 1790 venne costruita un’altra parte per unire la villa alla stalla. La meridiana deve essere stata realizzata forse un po’ dopo il 1690.
Gli Zuppani erano originari di Antivari (oggi Bar in Montenegro). Stando alla tradizione, il capofamiglia doveva essere venuto a Venezia con un gruppo di mercenari, gli stradiotti (in greco soldati). Fu uno Zuppani, nominato pievano di Sedico, a indurre la famiglia a trasferirsi a Pasa.
La contessa Francesca, ultima degli Zuppani, verso la fine del secolo scorso donò all’ente Provincia, oltre all’oratorio di Triva e alla villa (ormai quasi in stato di abbandono), vari fabbricati colonici, poderi e il roccolo col vincolo che fosse creato un centro studi per la ricerca scientifica e per la salvaguardia e il recupero della fauna selvatica. In effetti furono impegnati parecchi denari nella realizzazione di un recinto e di voliere. In questi ultimi anni successe di tutto e i tribunali dovettero occuparsi spesso del lascito Zuppani. Inoltre la mancanza di fondi costrinse a sospendere il progetto faunistico. Per fortuna dal 2019 la cooperativa sociale denominata Cantiere della Provvidenza (ne parliamo in questo numero) si è aggiudicata il bando di realizzazione e riqualificazione del complesso di villa Zuppani e stipulato contratti di comodato e di affitto dei terreni.
LA CHIESA di SAN LORENZO
Una prima chiesa esisteva già nel 1400. Fu eretta dai regolieri del luogo che la dotarono di un campo. Originariamente era più bassa, aveva un campaniletto a vela sul tetto sopra la porta e un’aula rettangolare (senza abside) con un unico altare verso la parete a oriente. Con i proventi del campo, dato in affitto, c’era l’obbligo di illuminare la chiesa tutte le notti.
Tra il 1510 e il 1520 fu tutta dipinta a spese del signore del luogo, Lorenzo da Pasa: è il devoto raffigurato con un’aureola quadrata (a indicare che era vivente all’epoca degli affreschi) ai piedi di San Sebastiano. Gli affreschi, autentica Bibbia dei Poveri, sono attribuiti al valente pittore Giovanni da Mel (1480 – 1549) e compaiono tuttora su due pareti dopo essere stati riportati alla vista in modo fortuito (un fulmine staccò degli intonaci) nel 1983 e poi restaurati in varie riprese unitamente alla chiesa. Vi sono raffigurati, oltre alle storie di San Lorenzo e al titolare della chiesa, la Madonna col Bambino, ispirata a quella dei Vecellio di Sedico, e i santi Antonio Abate, Rocco e Sebastiano.
Già nel 1627 viene segnalato che “il muro ha nell’angolo un’enorme fessura” (forse crollò oppure venne rifatto e quindi lì non ci sono più gli affreschi). Sicuramente dal 1732 a mantenere la chiesa fu la famiglia Zuppani su richiesta del Vescovo. Probabilmente restauri e modifiche (il rialzo dei muri, l’abside con altare lontano dal muro e un nuovo campaniletto) furono effettuati nel 1752: data che si legge nell’attuale pala dell’altare.