L’accento non è quello che ci si aspetterebbe di trovare a 2000 metri di altitudine sulle montagne bellunesi, ma viene ben presto messo in secondo piano dal sorriso e dalla professionalità con cui Ignazio Donnarumma accoglie gli ospiti del locale che dirige ormai da quattro anni. Nato a Vico Equense, sulla Costiera Amalfitana, nel 1988, esattamente 20 anni più tardi approda sulle ridenti sponde del Piave, precisamente a Trichiana.
«Ho frequentato l’Istituto tecnico per il turismo di Amalfi e, una volta diplomato, mi sono subito imbarcato su una nave da crociera. È stato sufficiente un solo mese di navigazione per rendermi conto che non era il lavoro che volevo fare. Nel 2008 ho chiesto a mio zio, che gestisce un locale a Trichiana, se per caso avesse bisogno di un cameriere e così sono arrivato in provincia di Belluno, dalla quale non me ne sono più andato se non per brevi periodi.
In realtà dallo zio non mi limitavo a servire ai tavoli ma spesso mi trovavo a gestire le cose al posto suo e questo mi è stato di grande aiuto per il prosieguo della mia carriera lavorativa. Dopo qualche anno, infatti, ho sentito il bisogno di cambiare aria, indirizzandomi verso il lavoro stagionale nei rifugi di montagna. Venuto a conoscenza del fatto che in un locale della parte alta della provincia cercavano personale, mi sono proposto e sono entrato a far parte dello staff di questo che, nonostante si chiami rifugio, fa solo servizio di ristorante.
È una struttura recentemente rinnovata, aperta sia nella stagione estiva che in quella invernale, frequentata in special modo in quest’ultima, visto che rientra nel carosello sciistico del Sellaronda e nei momenti di punta c’è da lavorare a testa bassa, cosa che comunque non mi ha mai spaventato.
Nel giro di breve tempo i proprietari del rifugio hanno visto l’impegno col quale svolgevo il mio lavoro e le mie capacità in ambito organizzativo, così mi hanno proposto di dirigere il locale. Ho accettato la sfida con entusiasmo e i risultati non si sono fatti attendere, con una grande crescita di presenze nella stagione estiva che negli anni precedenti era stata un poco trascurata. Ho infatti ripulito e rimesso in funzione la vasca idromassaggio esterna, approntato dei giochi per i bambini, aggiunto sdraio per rilassarsi al sole. Ho deciso di proporre, sia in estate che in inverno, delle cene una o due volte a settimana con menù particolarmente curati perché il rifugio merita di essere valorizzato anche quando il sole cala e si accendono le luci nella vallata».
Essere direttore comporta dover gestire praticamente di tutto ciò che riguarda l’organizzazione della struttura, quindi Ignazio ha campo libero nella scelta del personale, degli approvvigionamenti e delle iniziative da intraprendere per far funzionare al meglio tutto quanto. Il ruolo che ricopre non gli impedisce comunque di sfrecciare tra i tavoli a raccogliere ordinazioni o portare piatti, sempre col suo inconfondibile sorriso.
Chissà quali sono i progetti nel futuro di questo ragazzo… «Mi piacerebbe, un giorno, aprire un locale tutto mio, a Trichiana o nei dintorni… La montagna è bellissima e ci sto bene finché si tratta di lavorare, ma quando l’ultimo cliente se n’è andato e l’ultima luce viene spenta, c’è troppa tranquillità per i miei gusti. Per ora però mi concentro sull’imminente stagione invernale, sperando di replicare quella estiva che, nonostante un inizio titubante, è poi proseguita molto bene con giorni di vero pienone».
Un grosso in bocca al lupo a questo volenteroso giovane che ha saputo portare la sua professionalità fin sulle Dolomiti, sfatando in un colpo solo un sacco di “leggende metropolitane” riguardanti i giovani, il Sud Italia e la mancanza di offerta turistica del Bellunese.