Chi l’avrebbe mai pensato! Eppure i “timidi” e discreti muretti di soli sassi, che da secoli continuano a fare la loro missione silenziosamente e senza chiedere nulla in cambio, ora sono stati riconosciuti dall‘UNESCO Patrimonio dell’Umanità. L’organismo mondiale ha iscritto “L’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità in quanto rappresentano “una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”. La motivazione dell’Unesco pubblicata alla fine dell’anno scorso recita:
“L’arte del dry stone walling riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun elemento tranne, a volte, terra a secco. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente in vario titolo in quasi tutte le regioni d’Italia, sia per fini abitativi che per scopi legati all’agricoltura, come nei terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese, essi svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”.
L’Associazione Culturale Veses plaude per questo riconoscimento ed è orgogliosa di aver contribuito nel 2017, per mano di tanti volontari, alla ricostruzione di un tratto di muro lungo la strada di Pian de la Rosta a Sospirolo e di aver pianificato, per il mese di aprile 2019, la ristrutturazione del muro di contenimento del lavatoio di Gena Media, nel comune di Sospirolo, sempre con la tecnica del muro a secco.
A proposito di questo terzo intervento nel territorio che l’Associazione Culturale Veses sta eseguendo grazie al ricavato delle vendite del libro “Sguardi sulla Valbelluna”, tuttora in vendita nelle edicole e librerie, nei prossimi mesi daremo ulteriori dettagli circa l’inizio di questa nuova e importantisisma attività di recupero del sito di Gena. A dirigere i lavori sarà ancora il Maestro Tommaso Saggiorato, coadiuvato dai volontari che nel 2017 hanno partecipato al corso a Pian de la Rosta. Il progetto è a cura dell’Arch. Michelangelo Zanin. Manualità perdute che, con questi riconoscimenti universali e iniziative locali, potranno riappropriarsi del loro antico sapere.