Lo scorso 15 dicembre si è chiusa la decima edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal Fai. Facciamo un bilancio a livello locale con la capogruppo del Fai Giovani Belluno Valentina Bortot.
Come è andato il censimento?
Siamo molto soddisfatti della raccolta voti; abbiamo notato la nascita di comitati spontanei rivolti proprio alla promozione di alcuni luoghi particolari. Molte persone hanno raccolto il nostro appello di votare sul sito del Fai per dimostrare il loro legame affettivo a particolari siti. Quest’anno poi, dopo le Giornate Fai all’aperto, abbiamo notato un interesse specifico per i siti naturalistici e ne siamo molto felici: già nel nostro nome “Fondo Ambiente” si nota la particolare attenzione che diamo ai temi ambientali, anche se siamo forse più noti per l’apertura di palazzi storici.
In provincia di Belluno c’è qualche luogo che è piaciuto tanto?
Una vera scoperta è stata la chiesa di San Leonardo a Casamazzagno, in Comelico, che ha ricevuto oltre 1500 voti. È una struttura piccolissima, arroccata sulla cima di un colle, edificata nel 1545 sotto la direzione del Ruopel, famosissimo per l’edificazione di tante altre chiese in Cadore e Comelico. Ma devo dire che questa edizione è stata dominata, almeno per il bellunese, dai luoghi all’aperto: a ricevere più voti sono state la Val Visdende, la Vena d’Oro, la foresta del Cansiglio ma anche il sito archeologico di Lagole. Abbiamo notato che tanti bellunesi hanno colto l’occasione per votare luoghi appartenenti alla speciale classifica “Italia sopra i 600 m”, che si inserisce nel “Progetto Alpe”, rivolto alla tutela e valorizzazione dei luoghi di altitudine superiore ai 600 m s.l.m., proprio per le caratteristiche ed i bisogni peculiari della montagna.
Cosa vuol dire tutelare e valorizzare il patrimonio italiano?
Per noi del Fai significa far conoscere le piccole realtà del nostro territorio e sostenerle per quanto ci è possibile. La nostra provincia è piena di capolavori ma bisogna imparare a farci caso. Noi nello specifico, come Fai Giovani, oltre a collaborare con la Delegazione per l’organizzazione delle Giornate Fai, abbiamo il compito di coinvolgere i giovani, di creare una rete di ragazzi sotto i 35 anni che collaborino per portare all’attenzione di quante più persone possibili queste bellezze. È importante precisare che siamo tutti volontari, nessuno di noi percepisce un compenso per l’attività svolta, perché tutto ciò che viene donato dai visitatori ai nostri eventi va a far parte di un’unica grande raccolta fondi destinata a luoghi particolarmente bisognosi di tutela. Un esempio per tutti? La zona di Monte Fontana Secca sul Massiccio del Grappa, donata dalla famiglia Collavo al Fai, che ha deciso di valorizzarla ricostruendo le malghe ormai crollate per il disuso e riportando le vacche burline, razza allevata in zona per la produzione di formaggi (in particolare i famosi Morlacco e Bastardo del Grappa). Ecco, per noi tutela e valorizzazione è anche questo: riportare attività ormai quasi scomparse, ma che fanno parte della nostra cultura e tradizione locale.