I laghi della Valbelluna costituiscono motivi di interesse economico ed anche turistico: il lago naturale di Vedana (Sospirolo), quelli artificiali del Mis (Sospirolo), del Corlo (Arsiè), della Stua (Cesiomaggiore) e quello naturale ampliato di Santa Croce (Puos e Farra d’Alpago). Vi è poi il cosiddetto lago di Busche (Cesiomaggiore e Lentiai), anch’esso originato da uno sbarramento del Piave.
Questi laghi assumono anche un ruolo ecologico incrementando la biodiversità e sono compresi (eccetto il Corlo) in “Natura 2000”, un insieme di aree protette a livello europeo.
Dal punto di vista vegetazionale, il maggior interesse è legato ai laghi di Vedana, Santa Croce (sponda settentrionale) e Busche (lato Lentiai soprattutto), mentre i bacini idroelettrici non ospitano di norma specie erbacee, arbustive e arboree legate a zone umide, se non qualche salice.
Importanti per la fauna ittica, questi specchi d’acqua sono luoghi di riproduzione per gli anfibi ma sono soprattutto gli uccelli la componente animale più rilevante. Migliaia di individui di specie diverse svernano in questi laghi: il germano reale, le folaghe, gli svassi maggiori, gli aironi cenerini, gli aironi bianchi maggiori, le morette, gli smerghi maggiori, i cormorani, ecc. In primavera soprattutto i laghi del Corlo, di Busche e di Santa Croce sono aree dove i migratori possono sostare.
Fermarsi al lago di Busche è ormai consuetudine per i birdwatchers e lo si consiglia a chiunque voglia avvicinarsi, anche da neofita, al meraviglioso mondo degli uccelli.
Due nuove presenze non desiderate da qualche anno si osservano in qualche lago bellunese: la nutria e il visone americano, specie alloctone che speriamo non entrino in competizione con la fauna del luogo fra cui non è escluso che tra qualche anno si possa annoverare di nuovo anche la lontra.