Febbraio! Le giornate – anche se con l’entusiasmo di un bradipo appena sveglio – si allungano, sbucano i primi bucaneve nel bosco e l’allegria del Carnevale, tra un coriandolo ed una stella filante, arriva a travolgerci con le sue tradizioni non solo in maschera, ma anche in cucina.
Chiamatele chiacchiere, bugie o come volete; da me profumano l’aria di dolce fritto e zucchero a velo e si chiamano crostoli! Rita, da Dorgnan di Cesiomaggiore, li fa “speciali” e ormai da molti anni, per celebrare la festa di san Sebastiano (il patrono della piccola frazione cesiolina che si celebra il 20 gennaio), raggruppa nella sua cucina un gruppo di volenterose donne per la preparazione del dolce carnevalesco.
«Si tratta di un momento di comunità istituito ormai molti anni fa grazie all’iniziativa di una mia amica, anche lei residente a Dorgnan, che per fortuna non si è mai spenta» commenta Rita. «Nonostante questo sia stato il primo anno di ritrovo per fare i crostoli in sua assenza, abbiamo deciso di andare avanti con la tradizione che ormai ci accompagna da oltre 20 anni di storia: è stato anche questo un modo di ricordarla nei suoi modi e suoi valori».
L’idea è nata per celebrare il Carnevale, ma anche per animare la piazza di un piccolo paese dalla forte vivacità. A Dorgnan, oltre a san Sebastiano, è infatti immancabile la festa dei “panojot” per celebrare san Matteo; ma anche il mese di maggio si anima in vista dei santi rosari, oltre alle celebrazioni “private” che costellano l’anno, come il “bagnar la zoca” che ogni anno impegna gli uomini del paese per una bicchierata in compagnia.
Rita è sicuramente un punto di riferimento per tutte le feste sopra citate ma, in particolare nella giornata dei crostoli, ci mette tutti gli ingredienti ed il sapere. Quando le chiedo perché non è gelosa della sua ricetta commenta: «Aprire le porte di casa e tramandare una propria conoscenza è un piacere, pensando non solo al futuro, ma in generale alla vita di questo paese, che è sì piccolo, ma ha una comunità molto viva».
A seguire la tradizione anche Monica, la più giovane del gruppo, che ricorda: «Quando ero piccola e si festeggiava san Sebastiano, tutti si andava a messa a Dorgnan, un po’ perché andarci non ci dispiaceva ma anche perché quello era il ritrovo con gli amici di scuola e, finita la funzione, si giocava mentre si gustavano i buoni crostoli che le donne di Dorgnan preparavano i giorni prima.»
Continua: «Qualcuno potrebbe pensare che io abbia passato il mio sabato pomeriggio a preparare i crostoli solo per tradizione ma in realtà dietro questa scelta si nasconde, a mio parere, molto di più. Le tradizioni infatti si dice raccontino chi siamo e ci dicano verso cosa stiamo andando. Potrebbe sembrare una frase fatta, pronta e semplice da usare, ma passare il pomeriggio con le donne del paese che dedicano il loro tempo a friggere insegna la bellezza dello stare insieme, dell’investire in una comunità un po’ del proprio tempo per gli altri. In quella cucina densa di olio, zucchero e chiacchiere (di tutti e due i tipi) ho capito che se voglio arrivare da qualche parte, se voglio essere soddisfatta di quello che sarò tra 50 anni mi basta ricordare la bellezza e la gioia che ho vissuto nel rievocare le mie tradizioni e cercare di portarle avanti quando sarà il mio turno».