La destra orografica della Val Belluna presenta tre massicci montuosi, le Alpi Feltrine, i Monti del Sole e la Schiara, che offrono sia itinerari di scialpinismo non così estremi, adatti a chi cerca ambienti naturali lontani dalle folle, sia percorsi arditi riservati agli amanti dei grandi dislivelli. In entrambi i casi questi ambienti richiedono di entrare nella natura più selvaggia, dove prima di mettere gli scii ai piedi bisogna portarseli in spalla, con la promessa però di raggiungere nevi immacolate al cospetto di panorami mozzafiato che non hanno niente da invidiare alle più famose Dolomiti.
Soprattutto le Alpi Feltrine alternano percorsi vicini allo sciescursionismo con altri da scii ripido. Le boscose fasce basali si aprono su pendii nevosi, spesso vastissimi, come i circhi delle Vette o i Piani Eterni. I Monti del Sole si prestano invece all’avventura più selvaggia e di grande fascino. Molto è stato esplorato (recente è la pubblicazione curata da G. Sani, F. Vascellari, L. De Barba, M. Cassol, per le ed. Vividolomiti, di “Scialpinismo. Dolomiti Bellunesi, Alpi Feltrine, Prealpi.”) e molto per fortuna rimane ancora da esplorare, per vivere una dimensione della montagna invernale alle porte di casa di molti bellunesi.
Inimmaginabili dalla Val Belluna sono le bellezze innevate di questi luoghi, un’avanguardia di confine alla pianura con una poesia e un fascino unici. Lo sanno i molti che hanno scoperto queste montagne, magari lungo itinerari corteggiati per anni, a volte prima scesi e poi risaliti contro le regole dello scii tradizionale, oppure lungo percorsi riservati a chi ha solo poche ore a disposizione: contrasti e controsensi intriganti e incomprensibili per chi conosce solo l’affollamento degli impianti sciistici. Alcuni nomi: Fornel, Monte Mondo, passo Cimia, Colsent, Pizzocco, San Mauro, Pavione, Ramezza, Cimonega, Sass de Mura… e poi cime e pendii più vicini a Belluno come Serva, Pelf, Schiara, Burel, Coro… e le dirimpettaie creste lungo il Visentin da Dolada a Cesen. Elenco non esauriente, vista la vastità delle bellezze ignote ancora da ricercare, che è la grande ricchezza di questi luoghi, come non esauriente è l’elenco di chi li frequenta. Discreta, oltre che breve, infatti, è la storia alpinistica a Sud delle Dolomiti fatta di pochi nomi certi e di molti scialpinisti, entusiasti esploratori di cime, canaloni e pendii, che non vollero mai rivendicare primati su montagne che, a differenza di molte altre famose, spesso appannaggio di chi ama l’agonismo e l’esibizione, si rivestono di un fascino fatto di nevi immacolate e di solitudini fuori del tempo.