“Tutti gli usi della parola a tutti!
(Gianni Rodari)
Mi sembra sia un buon motto,
dal bel suono democratico.
Non perché tutti siano artisti,
ma perché nessuno sia schiavo”
Per ricordare Rodari a cent’anni dalla sua nascita (nasce il 23 ottobre 1920 in Piemonte), mi affido alle parole di Paola Ciarcià, della Casa Editrice ArteBambini: “Appena nati abbiamo bisogno di latte, di carezze, di sonno, di cure, di giochi, di immagini, di suoni e di… parole. Per Gianni Rodari la parola ha un gusto tutto particolare: è cibo prelibato da lasciare rigirare in testa, pura delizia da assaporare pronunciandola, trastullo di pensieri peregrini, shuttle per mondi sconosciuti, chiave segreta per tesori nascosti, richiamo di voci antiche, canto di genti lontane, poesia del quotidiano. E’ gentile e fantastica rivoluzione”.
Se leggiamo le opere di Rodari, dalle filastrocche alle favole, alle novelle, ai romanzi… scopriamo che si prestano a più livelli di lettura. Rodari, infatti, è uno scrittore-poeta complesso perché non scrive solo per bambini ma per tutti, affrontando temi sociali e civili. Usa le parole con parsimonia ma, per dirla alla Calvino, in modo esatto e leggero. Preferisce la scrittura breve e ha una cura particolare per il ritmo nelle poesie, nelle filastrocche e anche nella prosa.
Rodari ha sempre fatto il giornalista, i suoi libri sono nati sulle pagine dei giornali e dei periodici, tranne il breve periodo che dal 1938 allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando fece il maestro nei dintorni di Gavirate, sul lago di Varese.
Rondini fortunate
Ha due stagioni
il vostro calendario:
primavera ed estate…
Coi primi freddi, via
di là del mare in cerca
di un’altra primavera:
l’inverno non sapete che sia
figlie privilegiate
della Natura,
ve ne state tutto l’anno
in villeggiatura.