«Possono l’arte e la cultura immettere un respiro vitale in un territorio? Possono il territorio stesso ed i suoi abitanti creare opportunità e spunti per nuovi interventi artistici? Noi siamo convinti di sì», spiega l’assessore alla cultura Edi Fontana. «Da qui nasce la nostra idea di creare un Festival delle Arti: un invito a far incontrare cultura e pubblico attraverso tutte le varie arti e le sue forme, dalla pittura, alla scultura, dalla poesia alla musica, dal cinema al fumetto, dalla letteratura all’architettura, coinvolgendo e dando spazio e visibilità ad artisti di tutte le categorie, amatoriali o professionisti, coinvolgendo il territorio. Vorremmo che in un’epoca in cui si esalta il momento, l’effimero e la velocità, intraprendere un percorso artistico e culturale in grado di trasmettere un messaggio che venga recepito e fatto proprio da chi ne entra in contatto, un progetto che riesca ad insinuarsi e a germogliare in una comunità, durando nel tempo e lasciando un segno nel tessuto sociale».
Il Festival è stato inaugurato con la settimana della pittura con un programma intenso: l’inaugurazione della mostra del Circolo Morales di Belluno “Dolomiti: un mondo” per il decimo anniversario della titolazione delle Dolomiti Patrimonio Unesco. Poi la serata “Storia della Biennale di Venezia” a cura di Caterina De March, propedeutica alla visita alla mostra avvenuta successivamente. Ancora, “I pittori Vecellio nella provincia di Belluno” a cura di Letizia Lonzi e il corso di pittura “panpastel” con Sara Andrich.
«Siamo particolarmente soddisfatti per il successo di pubblico, considerando che su questi temi è sempre difficile far partecipare i cittadini – constata Fontana – Continueremo il Festival nel 2020 con la settimana della poesia, poi la settimana della musica e a seguire la settimana del cinema. In programma anche la settimana della scultura con gli artisti locali. Ci piacerebbe arrivare con il tempo alla nascita di un’iniziativa dal titolo “L’orto delle Arti”, un evento culturale dinamico per tutti dove la parola d’ordine è “condivisione”, grazie a un nuovo modo di fare aggregazione mediante la contaminazione di saperi: è un nuovo modo di fare aggregazione sociale, rivolto sia ai bambini che agli adulti, con numerosi spazi destinati alla creatività, alla manualità al benessere. Un appuntamento dove si può coltivare ciò che si ama essere. Propone l’occasione propizia per aprire il cassetto dimenticato dei sogni e per rispolverare “quella cosa” che da sempre si sarebbe voluta fare».