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Festa di San Lorenzo a Pasa

Una comunità sotto le stelle cadenti

Festa di San Lorenzo a Pasa

Una comunità sotto le stelle cadenti

Cade nella ricorrenza del Santo, il 10 agosto, che era reputato dai nostri vecchi uno tra i giorni più afosi dell’anno. Da qui il proverbio San Lorenzo da la gran caldura e San Bastiàn da la gran fredura, l’un e l’altro poc i dura. In quella notte sembra che il cielo pianga: sono le stelle cadenti, un fenomeno straordinario osservato fin dall’antichità.

Tra le prima e la seconda guerra
Il parroco di allora, mons. Luigi Fiori, celebrava la messa solenne alle 10 del mattino con l’intervento della Schola Cantorum della parrocchia. Gli abitanti del piccolo borgo, coloni dei conti Zuppani e del dott. Sommariva (possidente che abitava a Sedico), ne approfittavano per riposare un giorno dopo le dure fatiche che li avevano occupati ininterrottamente dalla fine dell’inverno. Era una festa molto sentita alla quale partecipavano anche i contadini delle vicine località tanto che la chiesetta era insufficiente a contenerli tutti. Nel cortile delle case coloniche vicine alla chiesa la Carolina Doriga (Da Riz), fruttivendola che abitava a Mezzaterra di Sedico, sistemava il suo povero banchét (bancarella) consistente in due cavalét (cavalletti) con qualche brega (asse di legno) sopra per vendere le ingurie (angurie) che aveva trasportato fin lassù con un carrettino e che poneva in bella vista tagliate a fette. Era tradizione che il conte Zuppani offrisse ai cantori polenta e luganega e qualche fiasco di vino.

I primi anni dopo la seconda guerra
Il parroco continuò a celebrare la messa alle 10 ancora molto partecipata, ma senza la presenza dei cantori molti dei quali, abbandonate le campagne, erano emigrati. Sparì anche il banchét. Per allietare la festa (in particolare i numerosi bambini) le famiglie dei coloni che abitavano nei pressi della chiesa predisponevano su alcuni cavalét, piazzati nel cortile interno delle case coloniche, van (grandi setacci in vimini) e crivéi (setacci rettangolari col fondo di rete a maglie molto fitte) pieni di cornói, noséle e s’cuinze (fettine di mela seccate) a disposizione di tutti.

Anni ’50:
festeggiamenti popolari
Con l’arrivo del simpaticissimo e sempre attivo don Luigi Farenzena originario di Agordo (cappellano a Sedico dal 1952 al 1955), popolarissimo tra i bambini e i giovani che lo chiamavano don Giet per la piccola statura, la festa di San Lorenzo fece un salto di qualità.

Mentre diminuiva la presenza degli adulti, una torma di bambini saliva da Sedico su un carro (tirato da un cavallo) su cui si caricava anche l’armonio. Terminata la messa, sempre celebrata alle 10, adulti e bambini venivano ospitati nell’ampio cortile della villa Zuppani. Qui, mentre i contadini preparavano la polenta che poi si mangiava col formaggio (dono della Pontificia Opera di Assistenza) dall’incredibile colore arancione, si svolgevano giochi paesani (corse coi sacchi e con le candele accese, tiro alla fune e al bersaglio con un fuciletto, ecc.) e alcune recite (all’ombra del portico).

Gli ultimi grandi festeggiamenti
Sicuramente negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso la messa era stata spostata alla sera (come avviene tuttora) con buona affluenza anche di persone che a Pasa, Triva e Villiago avevano trascorso la loro giovinezza. Dopo la messa la famiglia De Paris, col concorso di qualche altro volenteroso, preparava nel suo cortile un sontuoso rinfresco, cui tutti potevano partecipare e che si protraeva fino a tardi in un’atmosfera di allegria che coinvolgeva bambini e adulti. Quando le corde vocali si erano ben riscaldate, i giovani (di anno in anno sempre più numerosi) intonavano le canzoni popolari e della naia, care ai loro padri e ai loro nonni coinvolgendo tutti e in particolare gli anziani.

Oggi
I conti sono morti da parecchi anni, le colonie sono abbandonate, la villa è di proprietà della Provincia cui fu donata assieme a tutti i beni degli Zuppani, nei tre borghi di Triva, Pasa e Villiago vivono soltanto poche famiglie, alcune delle quali dedite all’allevamento del bestiame e all’agricoltura. La villa è ora in uso alla Cooperativa Sociale denominata Cantiere della Provvidenza che ha pure iniziato l’allevamento del baco da seta. Il Covid ha stravolto anche la festa di San Lorenzo che è passata senza la tradizionale messa a Pasa: è forse la prima volta in tanti secoli.

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