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Ferrovia elettrificata

iniziati i lavori sulla tratta Ponte nelle Alpi Montebelluna

Ferrovia elettrificata

iniziati i lavori sulla tratta Ponte nelle Alpi Montebelluna

Il silenzio regna sovrano lungo la tratta ferroviaria Feltre-Belluno dal 12 dicembre scorso, quando l’ultimo treno regionale 10996 ha raggiunto Belluno; da allora una lunga pausa per permettere l’inizio dei lavori di ammodernamento e manutenzione straordinaria sulla linea della destra Piave.

Un progetto che ha in previsione una spesa di circa 200 milioni di euro per questa sola tratta, ultima tranche di un intervento complessivo sulle linee venete che hanno già visto il completamento e l’entrata in funzione dei treni elettrici per i tratti Bassano-Padova, Castelfranco-Montebelluna, Bassano-Venezia. Mentre la Conegliano-Ponte Nelle Alpi è stata riaperta (entro giugno circoleranno treni elettrici), la tratta Montebelluna-Feltre sarà terminata nel 2022. Tempi più lunghi per l’ultimo pezzo Feltre-Belluno-Ponte, appena iniziato.

CANTIERI APERTI
Con la fine dell’inverno, sono stati aperti i cantieri di adeguamento e manutenzione straordinaria, stesura dei cavi elettrici, tutti anticipati da una pulitura di scarpate e fosse adiacenti la strada ferrata. Lungo i binari si vede tanto movimento di mezzi e uomini. Spiccano, nello spazio della stazione di Santa Giustina, i grandi mezzi meccanici che sono a supporto dei lavori di sostituzione delle traversine e rotaie, ove necessarie, e della manutenzione straordinaria dei ponti e viadotti. Cantieri che, una volta messa in sicurezza la linea, permetteranno il posizionamento dei tralicci per l’elettrificazione.

TRENI AD EMISSIONE ZERO
Si tratta dunque di un altro fondamentale tassello all’ambizioso programma di elettrificazione promosso dalla Regione Veneto e attuato da Rete Ferroviaria Italiana. L’obiettivo è quello di rivoluzionare il trasporto su ferro, massimizzandone i vantaggi in termini di sostenibilità ambientale. Saranno finalmente eliminate le attuali locomotive che consumano tre litri di gasolio a chilometro e al loro posto circoleranno treni a emissioni zero.

TAGLIATO IL COLLEGAMENTO CON LA CARTIERA
Dopo 50 anni, i binari di connessione con lo stabilimento della cartiera di Santa Giustina sono stati scollegati dalla linea ferroviaria. A dire il vero sono già diversi anni che non si vedono convogli in manovra entrare in cartiera carichi di druckstampf (carta da macero proveniente dai paesi del Nord). Tutto gira ormai solo su gomma con buona pace del traffico merci ferroviario che nel 2020 ha subito ancora un calo del 35 per cento su scala nazionale rispetto al 2019.
Il taglio del collegamento è un segnale emblematico di come, in meno di sei decenni, il traffico delle merci su rotaia sia crollato inesorabilmente senza speranza di ripristino se addirittura è stato reciso questo “cordone ombelicale”, proprio in occasione della elettrificazione della tratta.

FUTURO
È pronto il progetto per il collegamento tra Feltre e Primolano, cofinanziato dai fondi di Confine, proposto dalla Regione del Veneto assieme alla Provincia di Trento e realizzato da RFI, che prevede un investimento di 300 milioni di euro. Un collegamento strategico che unirebbe la nostra provincia con la grande direttrice verso il Nord Europa (Verona-Brennero).

135 ANNI DI STORIA
La Belluno-Feltre-Treviso fu inserita tra le linee di completamento di seconda categoria dalla legge 29 luglio 1879, n. 5002. La costruzione fu assegnata alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali che aprì il tratto tra Treviso e Cornuda il 1º aprile 1884, mentre quello fino a Belluno entrò in funzione il 10 novembre 1886.

Il treno inaugurale, composto da circa venti carrozze, partì da Treviso alle 9 del mattino, seguito da una folla acclamante ad ogni stazione e lungo le strade costeggianti la ferrovia. Dopo Cornuda il delirio della gente era senza proporzioni, come resoconti dell’epoca descrivono minuziosamente: “barche stracolme di genti lungo il Piave, bande musicali ad ogni fermata, fuochi artificiali, bandiere, corone floreali e canti da ogni dove”. Il tempo impiegato per compiere l’intera tratta era di circa tre ore e mezza, le prime locomotive viaggiavano ad una velocità media di 25 km/h.

In quell’epoca l’arrivo della ferrovia portò lavoro in vallata. Molti furono i braccianti assoldati per la costruzione, lavori pesanti eseguiti tutti a braccia dai nostri forti montanari. Maria Rossa, nata a Salzan nel 1879, ricordava ai nipoti che durante il periodo della costruzione lei, piccolina, portava il pranzo ai familiari manovali e raccontava che i lavori di conficcamento dei pali di sostegno della via ferrata venivano ritmati e scanditi da questa lenta filastrocca cantilenata dal capomastro: “Forza al becco eh! Bronf! Tuti d’acordo eh! Bronf! Fora che l’orbo perché nol ghe vet! Bronf!”.

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