Ffino al 15 dicembre, è attivo il censimento nazionale dei luoghi del cuore del Fai (Fondo ambiente italiano). Consiste in una votazione che tutti i cittadini possono fare sul portale della fondazione, indicando un luogo che ritengono importante valorizzare tra quelli proposti nei mesi scorsi dalla cittadinanza.
Anche in Valbelluna abbiamo vari luoghi candidati: abbiamo già visto nel numero di settembre villa Bellati (Feltre) e villa Zuppani (Sedico) ed ora vediamo gli altri luoghi continuando verso Nord.
Palazzo Nossadani
Questo palazzo, soprannominato “Casa del Capitano”, fa da sfondo a Porta Rugo ed è legato ad essa perché proprio in questo fabbricato abitava l’ufficiale di guardia che era responsabile dell’accesso Sud della città.
La costruzione risale al XIV secolo ed è una delle più antiche di Belluno. Caratteristiche della facciata sono le finestre ad arco acuto trilobato e tracce di affreschi quattrocenteschi; è stato restaurato nel 2014.
Regia Troticoltura di Fisterre
Lungo il torrente Ardo, a monte di Belluno, sorge un complesso costituito da tre edifici e un sistema di vasche che era destinato all’allevamento del pesce. Fu fatto nei primi anni del ‘900 sulla sede di precedenti opifici dei quali venne utilizzata la roggia per alimentare le vasche.
Feliciano Vivanti (direttore della struttura) fece realizzare anche un’area ricreativa con chiosco, chalet e veranda sulla sponda opposta del torrente. Abbandonato dal 1975, è stato messo in vendita più volte dalla Regione Veneto (proprietaria) senza risultato.
Vena d’Oro
Il complesso sorge in sinistra Piave alle pendici del Nevegal ed è di particolare interesse poiché ha delle sorgenti d’acqua conosciute già in epoca romana. Comprende un’area di sei ettari dove, nella seconda metà dell’Ottocento, Giovanni Maria Lucchetti fece erigere un centro idroterapico con albergo e assistenza medica. Inaugurato nel 1869, nei decenni avvenire fu frequentato da persone altolocate, provenienti anche dall’Est Europa, riscuotendo un gran successo. Dal 1938 al 1963 passò di proprietà alla Sade che lo utilizzò come colonia per i figli dei dipendenti, stessa cosa fece Enel (subentrato alla società) fino agli anni ‘90. Dal 2011 è utilizzato dall’associazione “Insieme verso nuovi orizzonti Triveneto” che si occupa di intervenire in diversi ambiti di disagio sociale specie giovanile