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Ex tempore al Rifugio Dal Piaz

riqualificare il territorio con l'arte

Ex tempore al Rifugio Dal Piaz

riqualificare il territorio con l'arte

Un’idea nata dal confronto con gli utenti della montagna. Un’idea resiliente, che dimostra ancora una volta la capacità della comunità bellunese di risollevarsi nei momenti più difficili, cogliendo opportunità anche dalle emergenze. È proprio dopo la tempesta Vaia, che due anni fa ha colpito duramente il Triveneto, che Mirco Gorza, gestore del rifugio “Giorgio Dal Piaz”, ha dato vita a un progetto degno di nota.

Un gesto di cura e valorizzazione del territorio montano tanto caro a ogni bellunese, che vuole quasi essere un segnale di rinascita dopo la devastazione che Vaia ha lasciato anche in quella zona del Feltrino. Motoseghe, scalpelli e martelli al lavoro per riqualificare il bosco e recuperare il legno degli alberi schiantati dall’uragano. Ecco che, un anno fa, nella prima parte del sentiero che sale al rifugio le sapienti mani di maestri scultori del legno hanno saputo dare vita a una miriade di opere raffiguranti animali e personaggi fantastici del bosco, dando il via alla prima ex tempore di scultura su legno di Sovramonte, organizzata dal Consorzio Dolomiti Prealpi con il patrocinio del Comune di Sovramonte.

Il rifugio “Giorgio Dal Piaz” si trova sulle Vette Feltrine a 1993 metri. La via classica di salita al rifugio parte dal Passo Croce d’Aune e percorre un tratto dell’Altavia 2 (sentiero Cai 801) per circa 5 km e per un dislivello di 970 metri, con un tempo medio di percorrenza di circa 3 ore. Il sentiero, prima di sbucare nella zona panoramica, attraversa il bosco. Un bosco che, come tanti altri, è stato duramente compromesso da Vaia e che, a detta degli escursionisti impazienti di godersi una vista mozzafiato sulla Valbelluna, è la parte un po’ più noiosa della risalita. Così, Mirco decide di mettersi in gioco per smorzare la monotonia del bosco da un lato, ma anche per dare lustro a valle e, dando un’occhiata qui e lì, si lascia ispirare dando il via a un evento di scultura che promette di diventare un appuntamento annuale fisso con l’arte e la montagna. L’obiettivo è riqualificare in modo originale e artistico il bellissimo sentiero, uno dei più transitati delle Vette Feltrine.

Dopo un duro lavoro per far tornare percorribile e in sicurezza il percorso, anche grazie all’impegno dei volontari, la stagione estiva 2019 si è aperta con un fine settimana che ha visto ben sei scultori, quasi tutti del Feltrino e della Valbelluna, lavorare sul campo all’aria aperta, permettendo a escursionisti, curiosi e appassionati d’arte di poterli vedere all’opera. Si tratta di Paolo Schenal di Pedavena, Tiziano Di Giusto di Udine, Italo De Gol di Santa Giustina, Tiziano Moro di Trichiana, Ezio Giordano di Lentiai e Luca Zanella di Feltre. E se la stagione estiva 2019 ha messo alla prova la fruibilità delle vette bellunesi, il 2020 non ha voluto essere da meno. Nonostante ciò, nel secondo fine settimana di luglio di quest’anno, si è tenuto con successo il secondo ex tempore di scultura, che ha visto Schenal, Di Giusto, De Gol e Giordano aggiungere altre quattro sculture a quelle già esistenti ad arricchire e abbellire il sentiero.

«L’obiettivo è coprire tutta la parte boschiva con le sculture, fino alla teleferica, punto da cui si apre il panorama sulla Valbelluna e non c’è quindi più bisogno di arricchire ulteriormente la bellezza del paesaggio» afferma Mirco. «L’iniziativa è molto apprezzata dagli escursionisti, che mi stanno dando un ottimo riscontro. Non importa quanto tempo e quanti anni saranno necessari per portare a compimento il progetto, questa ex tempore è ormai un appuntamento fisso del territorio feltrino».

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