Da Londra, sua città natale, a Cortina d’Ampezzo, invitato per creare un vivace murale in occasione dei Campionati del mondo di sci 2021. Stiamo parlando dell’artista Endless, autore, nella regina delle Dolomiti, del murale dal titolo “Powder To The People” in cui fa rivivere un’iconica copertina di una rivista retrò del 1951, raffigurante una sciatrice, con comici titoli di giochi di parole e un riferimento al campione Kristian Ghedina.
E, prima di passare ad esporre a “Il Salotto di Milano”, lo street artist ha fatto tappa anche in quel di Sedico, dove il 4 marzo ha effettuato una performance live nello showroom di “Sanson Arredamenti”, riproponendo live la sua opera d’arte più celebre e popolare, stavolta su supporti non convenzionali, cioè una cucina dal design made in Italy dell’azienda di arredo.
L’opera, intitolata simpaticamente “Lizzy Vuitton”, raffigura la regina del Regno Unito “infusa” con quello che si può definire il mantra di Endless, ossia l’adorazione del marchio. In linea con la sua estetica di street art, Endless ha vestito la regina con uno scialle di pelliccia marchiato Louis Vuitton, che simboleggia il vertice del lusso, del potere e della ricchezza (e ci fa pure una pernacchia). Endless è stato ispirato da una fotografia della sovrana, scattata dall’artista Chris Levine nel 2004 (incaricato dal Jersey Heritage Trust di creare un ritratto della regina per celebrare 800 anni di fedeltà alla corona dell’isola di Jersey), lui stesso fan dei lavori di Endless.
Curiosa questa decisione: perché raffigurare la regina e perché in una cucina?
«Per dare una prospettiva un po’ diversa a quello che di solito faccio, questo è ciò che si accompagna alle linee pulite, alla freschezza della cucina. Inoltre, mi piace la regina. Lei per me è un’icona, soprattutto un’icona della moda ed è una parte inevitabile dell’essere britannici. Penso sia una persona importante, per questo compare così tanto nel mio lavoro. Voglio promuovere le cose, non solo prenderle in giro».
Così come con “Lizzy Vuitton”, gran parte del lavoro di questo artista deriva da osservazioni di carattere sociale, rappresentando graficamente argomenti come il marchio, la pubblicità, la ricchezza e la religione, aspetti che influenzano tutti i suoi prodotti artistici.
Endless ha concluso il suo sfogo artistico spruzzando lo spray colorato su una moka da caffè, rendendo unica anch’essa. «Un grande onore poter ospitare un artista del suo calibro» afferma il titolare Silvio Sanson, ringraziando sia l’artista che il suo manager, Christian Contini, proprietario della galleria d’arte contemporanea londinese “Cris Contini Contemporary”.
Ma chi è davvero Endless, questo volto nascosto?
Gli chiedo cosa significhi per lui la street art e cosa gli dà ispirazione. «Per me la street art è libertà di esprimere le idee senza chiedere il permesso. Sono ispirato dall’analisi di come le persone interagiscono con il mondo. Sto sempre progredendo. Alcuni artisti si attengono a una cosa. Non posso. Ho troppe idee. Ecco perché mi chiamo Endless». Lui non pensa alla sua pratica artistica come a un lavoro. È solo la sua identità, dice. È quello che è e quello che fa; un creatore in tutto e per tutto. In realtà, è uno dei più famosi street artists sulla scena contemporanea. Essendo abituato a viaggiare, gli chiedo qual è il suo posto preferito su questo pianeta.
«Londra. Dicono che se sei annoiato di Londra, sei stanco della vita». L’artista ha iniziato proprio lì, nella sua città natale, dipingendone i muri, dopo aver frequentato la Cambridge School of Art. Ha iniziato un po’ per scherzo come se fossero sue tele, ma nel tempo è riuscito ad attirare l’attenzione della gente e dei media.
Le sue creazioni provocatorie e radicali raccontano la nostra storia in maniera audace e intensa. Un’esplorazione continua la sua che non risparmia nessuno e che investe il mondo della moda, della pubblicità, nonché il lato oscuro della cultura moderna.
Endless è anche il primo street artist ad essere entrato ufficialmente, con un suo autoritratto, nella collezione degli Uffizi. Un riconoscimento non da poco, visto che soprattutto in Italia non siamo abituati a vedere la street art all’interno dei musei più prestigiosi.