Il sentiero Buzzati è conosciuto dagli appassionati dello scrittore perché veniva da egli percorso, partendo da Villa san Pellegrino sino a Valmorel, ogniqualvolta ritornava fra le amate Dolomiti. Per tutti noi è anche un bellissimo modo per scoprire, in poco tempo, le meraviglie che ci accompagnano dall’alveo del Piave ai 1400 metri slm del Monte Pezza.
Il cammino parte dalla piccola frazione di Giaon, porta d’ingresso al sentiero attraverso la Via crucis, con le 14 tappe presso i capitelli, lungo la salita che conduce fino alla chiesetta di Madonna Parè: un piccolo “portale” verso il mondo buzzatiano.
Si manifesta, lungo il percorso, un nuovo legame emotivo con la natura, che rimanda all’ipotesi della biofilia, la quale coniuga la teoria della rigenerazione dell’attenzione e quella del recupero dallo stress; entrambe mettono in evidenza come gli ambienti naturali favoriscano l’equilibrio psicofisico.
Dopo l’immediata salita con i tornanti e i capitelli, s’incontrano il villaggio fortificato e le rocce, mimetizzate nel bosco, fino alle tre croci sulla sommità del grande masso a fianco della chiesa: queste ci portano, in un viaggio temporale, ai primi secoli dell’alto Medioevo, periodo in cui si viaggiava a cavallo e, come riparo, vi erano dei piccoli villaggi in cui si rinforzavano i legami della comunità. Un tempo rallentato.
Si continua lungo il sentiero e ci si sofferma presso il vecchio capitello di Laste, umile e semplice nella costruzione ma di una tenerezza indescrivibile; ogni tanto si trovano ancora dei fiori appesi al suo cancello. Arriviamo poi ad ammirare il colle di San Pietro in Tuba, luogo in cui sorgeva il castello, ma poco dopo è importante soffermarci nella piccola radura ove è appoggiato il vecchio tiglio: è un monumento alla vita, anche se ora è appoggiato alla madre terra. Se ne percepisce la forza, anche di quando era nella sua massima espressione. Attorno a lui, non possiamo non accorgerci degli altri fratelli, anime vegetali che si tengono per mano. Proviamo a sederci e a stare in ascolto per accogliere lo spirito di incontro fra cuore e ragione, il dialogo fra i due emisferi.
La conclusione della camminata è in Valpiana dove abbiamo modo di apprezzare il capitello di Santa Rita, di cui abbiamo parlato in apertura. Infine, le ampie radure in cui la sinuosità degli ambienti e la luce che su di esse si diffonde sono tali da ricordarci lo spazio infinito.