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Elisa Colle

vi presento Lentiai attraverso i suoi personaggi

Elisa Colle

vi presento Lentiai attraverso i suoi personaggi
Elisa Colle oggi tra i campi di canapa

Elisa ha sempre amato Lentiai. Fin da piccola passava le sue vacanze estive qui, prima con i genitori e la nonna, poi da sola, a casa degli zii a fare il fieno e a raccogliere verdure nell’orto. Come tante famiglie anche quella di suo padre dopo la seconda guerra era emigrata a Torino, dove, alla fine degli anni Sessanta, è nata Elisa, è cresciuta e si è laureata in economia e commercio, ha fatto esperienze, amicizie, sport, con la carica e la solarità che la contraddistinguono.

Incontrando Elisa si avverte subito spontaneità e disponibilità alle esperienze e alle relazioni: ha lasciato la famiglia a Torino, si è trasferita qui. Per anni ha scelto di rinunciare all’impegno professionale per dedicarsi ai tre figli, ha ripreso il lavoro come libera professionista, si è dedicata alla coltivazione di canapa sativa, in costante cambiamento, in costante crescita…

Frequentandola, ci si accorge che l’energia positiva che trasmette è frutto soprattutto del legame profondo con la terra che ha saputo riscoprire, tornando alle sue origini. «Quando mi vedo nei miei sogni, la casa che abito è quella degli zii, qui a Lentiai: nella stanza del disordine, che per me era solo la stanza del mistero, lì potevo trovare tutto ciò che la mia fantasia affamata cercava…»

E poi svela: «Durante un’estate dell’adolescenza, avevo 17 anni, ho conosciuto Roberto, sarebbe diventato mio marito». Elisa e Roberto non hanno mai avuto dubbi sul luogo dove avrebbe messo radici la loro famiglia: a Lentiai, nelle verdi colline di Stabie. I loro figli qui sono cresciuti godendo di una libertà e autonomia che altrove non avrebbero avuto.

Elisa per anni ha lavorato mettendo a frutto la laurea in economia, prima come dipendente, poi con libere collaborazioni, ma avvertendo in modo sempre più netto che quella non era la sua strada.

Ma come è nata l’idea di coltivare canapa? «Nel 2015 a Lentiai si è praticata un’esperienza di coltivazione condivisa e da lì progressivamente ho fatto sperimentazioni di coltura di canapa nel rispetto del territorio e di utilizzo di questo prodotto per l’alimentazione umana».
Cosa ti manca di Torino? «A Torino mi sento felice, mi piace la gente, la cultura, l’idea di società inclusiva che avverto. Ma poi la terra mi chiama e torno sempre qui con gioiosa convinzione. Paradossalmente, stando radicata alla terra, sento di avere una libertà mentale nuova, che mi permette di desiderare luoghi diversi e di viaggiare dal mare alla neve delle montagne senza confini. Anche le mie priorità e soddisfazioni personali sono cambiate: mai avrei pensato di passare ore a confrontarmi su attrezzi agricoli, parlando di letame e concimi naturali e di provare gioia per questo».

Una lezione di vita. «Ho imparato tanto e continuo ad imparare, dagli scambi con i coltivatori e i contadini che lo sono per scelta di vita, e hanno, come me, trovato nella terra la loro autentica dimensione», conclude Elisa con un sorriso.

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