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n Piazza della Scala di Milano si trova uno tra i più prestigiosi teatri al mondo che da più di 200 anni ospita i principali artisti nel campo internazionale dell’opera, del balletto e della musica classica. È qui che dall’ottobre scorso lavora, come sarta di scena, Eleonora Roldo, 25 anni, una appassionata ragazza limanese dai modi gentili e dal sorriso accogliente.
Mi faccio raccontare la sua storia costellata di molteplici e stimolanti esperienze professionali, nonostante la giovane età. Dopo la scuola secondaria di primo grado si è iscritta al liceo di scienze umane, anche se la sua inclinazione l’avrebbe portata a frequentare un liceo artistico, da sempre appassionata al disegno. Racconta che i suoi libri e i suoi quaderni di studentessa erano istoriati di disegnini e schizzi, soprattutto di capi di abbigliamento, e che amava inventarsi delle storie con i protagonisti da lei creati e raffigurati. Ricorda che da piccola aveva progettato per Halloween un costume fantastico, ma che in casa non aveva trovato nessuno in grado di cucirglielo. Assecondata dalla mamma, si è iscritta, allora, ad un corso di cucito che ha fornito le basi necessarie alla sua futura professione.
Una volta diplomata avrebbe potuto scegliere tra due strade: una facoltà ad indirizzo storico o l’Accademia di Belle Arti di Venezia, l’unica con l’indirizzo triennale di scenografia e costume. Come avrete capito, ha preferito la seconda possibilità! A Venezia ha seguito corsi sulla conoscenza ed il disegno del costume storico ed ha scoperto l’opera lirica avendo l’opportunità, come studentessa dell’Accademia, di lavorare per due spettacoli del Teatro La Fenice. Eleonora dice che quell’esperienza «ha segnato con il sangue la passione per l’opera lirica!»
Dopo la laurea riesce ad entrare nell’Accademia del Teatro alla Scala e frequenta corsi professionali che approfondiscono la sua competenza come sarta di scena. A Roma frequenta uno stage di tre mesi in una sartoria per costumi d’arte in campo cinematografico, dove impara la precisione nelle rifiniture e l’importanza del dettaglio.
Il lavoro però le viene offerto in un atelier per abiti da sposa a Treviso! L’esperienza ha una breve durata, perché ad ottobre 2021 arriva la chiamata del Teatro alla Scala che la vuole come sarta di scena dove si deve occupare dei costumi degli artisti, della loro vestizione, dei cambi veloci e dei movimenti dei capi di abbigliamento in scena. Questo lavoro è dinamico, ricco di stimoli; le permette di conoscere gli artisti degli spettacoli e di imparare ad affrontare gli innumerevoli imprevisti che si affacciano frequentemente durante le rappresentazioni.
Come quella volta che, insieme ad una collega, deve cambiare il costume ad una ballerina in pochi secondi, ma l’artista sbaglia uscita e le sarte sono costrette a correre rapidissime dall’altra parte del palco. Il cambio sul palco è sempre emozionante perché di solito deve avvenire in pochissimo tempo e l’adrenalina è alle stelle! E c’è poi la questione dei riti scaramantici e delle superstizioni che dovrebbero allontanare la negatività dalle rappresentazioni: l’uso del viola a teatro, per esempio, è ancora proibito.
Il viola è il colore dei paramenti sacri usati durante la Quaresima. Nel medioevo venivano vietati, proprio in quel periodo, tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici. Ciò comportava per gli attori e per tutti coloro che vivevano di solo teatro notevoli disagi. Non potendo lavorare, le compagnie teatrali non avevano neanche i mezzi per procurarsi il pane quotidiano, ed erano costrette a tirare la cinghia. E che dire di quegli artisti che non amano che gli si cucia addosso come abitualmente si fa per aggiustare un costume. Ritengono che porti sfortuna, perché lo si fa solo ai morti e pertanto, per scongiurare la malasorte, si infilano un pezzo di filo in bocca durante l’operazione!
Eleonora racconta con passione del suo lavoro; esso si esercita dietro le quinte di ogni spettacolo, ma le scenografie e i costumi, che sono il biglietto da visita e caratterizzano ogni esibizione, sono importanti quanto il resto visibile agli spettatori. Dopo le vacanze bellunesi, a settembre ritornerà alla Scala, orgogliosa della sua professione e con il desiderio di sperimentare cose nuove e stimolanti.