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Dialoghi al Presente

quello con le priorità e quello con le incertezze

Dialoghi al Presente

quello con le priorità e quello con le incertezze

Tutto torni come prima – dice quello che ha delle priorità.
Prima non c’era un tutto – dice quello che ha delle incertezze.
Bisogna far ripartire l’economia.
Sì, e se fosse l’economia che ci ha portato a questo punto?
Le attività commerciali devono riaprire.
Certo. Tanto tu continuerai ad acquistare libri, vestiario e prodotti vari on line, non te n’è fregato mai nulla di certe attività commerciali…
Lo Stato ci deve permettere di lavorare e parcheggiare i figli da qualche parte…
Lo Stato? Ma non dovrebbero essere le aziende per prime a favorire la famiglia con giusti stipendi, giusti orari, giusti spazi e tempi? Forse se ripensassimo realmente il modo di lavorare, non ci sarebbe bisogno di trovare un parcheggio per i figli…
Le aziende fanno il loro lavoro.
Le aziende fanno i loro interessi.
Anche lo Stato.
Tu fai parte di entrambe le realtà. Che cosa stai facendo per cambiare la situazione?
La priorità non è cambiare, ma ripartire.
Certo. Per andare dove?
Che discorsi! Nessuno lo può sapere, non abbiamo mica la sfera di cristallo.
No. Non l’abbiamo. Però abbiamo una serie di avvisaglie, ormai abbastanza assillanti, che ci dicono che la strada intrapresa da qualche decennio a questa parte non è delle migliori: disastri ambientali, rabbia collettiva, virus e pandemie, povertà in crescita, guerre tra poveri…
E quindi? Cosa pretendi, una rivoluzione?
Ma magari! Almeno un ripensamento, una riflessione, un cambio di impostazione, un esame di coscienza, un po’ di autocritica…
Sì. Fermate il mondo, voglio scendere. Evviva gli slogan ad effetto. Ma piantala! Vivi e lascia vivere.
Io più che vivere, vorrei convivere. Un mondo senza gli altri, sinceramente, non me lo immagino. Per me l’economia può anche ripartire, ma senza un’adeguata cultura del benessere, nel senso di “vivere bene con sé” e del rispetto verso ciò che ci circonda, per me la ripartenza durerà un millesimo di secondo…
È il momento del fare, non del dire.
Su questo sono d’accordo. Ma fare non vuol dire solo produrre.
Sì, sì, d’accordo. Ora lasciami perdere, che son già dieci minuti che sono in coda per entrare in negozio con la mascherina, che non ho tempo, che non si capisce perché bisogna aspettare qua…
Il tempo è già finito come la pazienza. Avevi ragione tu. Abbiamo già ricominciato a correre.
La vita è come andare in bicicletta: se vuoi rimanere in equilibrio, devi continuare a muoverti!
Questo non vuol dire però che non possa godermi il paesaggio… scusa, è il tuo turno.
Vado, che son di fretta.
Attento ai muri. Li costruiscono sempre dove meno te lo aspetti.

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