Ma tu li hai sentiti questi qua che non c’è una volta che ti diano una speranza?
Che ci vuoi fare: son realisti. Han dovuto persino trovare un ministro che si chiamasse Speranza pur di avere un alibi.
Quando sembra che un po’ di luce possa esserci, bisogna sempre trovare qualcosa che faccia dire “non c’è mai fine al peggio”.
L’umanità si regge da millenni su questo modo di pensare. Dopo il Medioevo si erano ben inventati l’Umanesimo e il Rinascimento, poi sono arrivate le Rivoluzioni, poi la modernità, infine le Guerre mondiali … Dai tempi di Adamo ed Eva ci siamo sempre dati la zappa sui piedi.
E tutto ciò ha un senso?
Certo che la vita ha un senso, ma il tutto è un’altra cosa.
Vedi di non fare della filosofia spicciola … Se l’uomo si ricordasse di vivere per ciò che lui stesso è, non per ciò che lui stesso fa…
Ah, bella scoperta. Noi siamo importanti per ciò che siamo, non per ciò che produciamo, vallo a dire agli economisti.
Come potremmo mai venirne fuori se continuiamo a guardare al futuro, aspettando che tutto torni come prima. Futuro e passato non sono mai andati d’accordo.
Il presente però non è poi una gran cosa ultimamente.
Ma siamo sicuri di esserci, in questo presente. A me pare che siamo tutti in attesa alla fermata dell’autobus, aspettando che arrivi quello giusto per arrivare comodi comodi a destinazione. E intanto non facciamo niente, manco ci guardiamo in faccia.
Troppo occupati a guardare lo smartphone, cosa vuoi guardare gli altri.
Ecco, appunto. Siamo proprio senza speranza.
Lo vedi? Lo dici anche tu. Una volta si parlava di nichilismo, pessimismo, indifferenza… Se ne parlava. Adesso ci siamo proprio dentro. Ci stiamo abituando a lasciarci raccontare la nostra vita dagli altri…
Siamo alla fermata degli autobus…
Ma quale fermata! Non si esce proprio neanche da casa! Siamo come gli apostoli prima della Pentecoste.
E allora, tutto questo parlare di ripartenza?
Non si può ripartire se abbiamo perso la fiducia nella strada da percorrere. Io non voglio una strada, voglio tornare a sentire che ho voglia di camminare. Che m’importa di ripartire o di tornare sulla strada di prima. Fatemi camminare!
Ma se ti dicono di stare fermo, uno si abitua!
Se ti dicono di stare fermo, intanto comincia a spolverare le scarpe, a sfogliare nuove mappe, a riempirti la borraccia. Nessuno può darci un tempo di scadenza, a meno che non sia Dio.
E noi non siamo Dio, giusto?
Ultimamente qualcuno su questo ha le idee poco chiare. Ma cosa vuoi, l’utilizzo della paura è un ottimo strumento per sentirsi Dio rispetto agli altri, ma alla fine che cosa ottieni? La superstizione al posto della fede. Ed è della fede che noi oggi abbiamo assolutamente bisogno.