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Dialoghi al presente

chi legge e chi scrive

Dialoghi al presente

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A volte è ancora grande la mia incredulità nel constatare come ancora una volta siate riusciti a manipolare le menti delle persone. Come ci riuscite? – dice quello che legge.
Scrivendo. – dice quello che scrive.
Lo fate spesso, l’ultima volta, due anni, ci eravate riusciti con il tema dell’emigrazione. Anche lì pubblicavate numeri, cifre e statistiche sulle vostre pagine. E con i numeri, che mettevate nero su bianco, cresceva la paura.
La paura fa novanta. Si dice così, no?
E ora, quotidianamente, proseguite secondo lo stesso copione. Il numero dei decessi in bella evidenza, i contagi, l’indice di positività. Perché a questi numeri accompagnate sempre informazioni che procurano preoccupazione?
Per creare la giusta dipendenza. Il lettore leggerà l’articolo anche il giorno successivo, per vedere se è avvenuto un peggioramento, se lo abbiamo abituato bene.
Perché allora non evidenziare il numero dei guariti?
Perché non è una notizia.
Ma poi riempite le vostre pagine con interventi di psicologi ed esperti che esprimono la propria preoccupazione sulla crescita di ansia, paura e depressione. Ma voi ne siete in parte la causa con le vostre prime pagine. Non è un controsenso?
Ognuno è libero di esprimere le proprie idee, e noi le pubblichiamo.

Infatti. Basta che chiunque faccia una dichiarazione perché poi la frase, a mo’ di slogan, venga pubblicata e lanciata in rete. Senza una riflessione, un contesto, un commento di un esperto. Tutto e il contrario di tutto. A chi legge, tutto ciò non può fare bene. Possibile che non ve ne siate ancora resi conto?
Noi ne siamo fin troppo consapevoli, se no non lo faremmo. È il lettore che ormai non è più consapevole di cosa legge.
La vostra quindi è ipocrisia o propaganda?
È un’opinione.
Quindi non è nemmeno informazione.
Che cos’è l’informazione? Sono anni che l’informazione non esiste più. Decenni. Quello che facciamo noi è dare un punto di vista. La gente non può che fidarsi. Anzi, noi rappresentiamo la salvezza: ogni giorno forniamo l’alibi per le lamentele. Alla gente piace lamentarsi e ammettere la propria fragilità terrena, lo insegnavano un tempo anche a catechismo. Noi continuiamo a fornire nuovi argomenti.
È cinico tutto ciò.
È realistico, tutto ciò.
E la verità?
La verità cambia ogni giorno. È come il tempo. A volte ci piace, a volte no.
Per una volta mi dia una bella notizia.
Lo farei volentieri… ma lei ci crederebbe?

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