LE CONFRATERNITE IN PASSATO
Inizialmente le Confraternite, dal latino “cum” (con) e “frater” (fratello), erano pie associazioni laiche con scopi di culto, beneficienza, devozione e anche di difesa personale, poste sotto la protezione di un santo.
Nella società medievale l’uomo solo deteneva un posto molto precario: bande di barbari scorrazzavano dappertutto rubando, uccidendo, bruciando. Da qui la necessità dell’aggregazione: perché il diffondersi delle comunità significava maggior sicurezza del territorio. Ogni comunità si dedicava al culto, venerazione e protezione di uno o più santi il cui compito era quello di tutelare, in pace e in guerra, nell’abbondanza e nella carestia, chi lo aveva scelto come patrono. E fu appunto questa comunione di fede il primo, determinante avvio allo sviluppo delle Confraternite.
Numerose erano le “Confraternite di Mestiere” e quelle “delle Arti” che associavano quanti fossero attivi in un ben definito settore: calzolaio, muratore, tessile, decoratore, taverniere, sarto, pittore, ceramista, oste, panettiere, ecc. I sodalizi e i loro associati osservavano strettamente tre principi fondamentali: la pietà (e la vita liturgica) per cui era obbligo avere un Santo Patrono; la carità, cioè il mutuo soccorso tra confratelli, sia spirituale che materiale; la socialità, cioè lo stare insieme obbedendo a certe regole di conduzione e comportamento dettate dalla collettività dei soci riunita “in assemblea”.
LA FUNZIONE DELL’OGGI
Le Confraternite per norma statutaria non hanno scopo di lucro. Una parte di esse volge la propria attenzione all’enogastronomia in generale, altre invece si concentrano su un prodotto locale.
Hanno una funzione sociale: la vita frenetica di oggi fagocita sempre più mente e corpo; il partecipare all’associazionismo enogastronomico è un processo collettivo di distensione, di colloquio e di nuove conoscenze, umane e culturali. Il ritrovarsi a tavola, oltre che un momento di pace e tranquillità, è anche motivo di apprendimento e di buone maniere.
Hanno una funzione culturale, dove si impara a conoscere la gastronomia, i vini, il modo di stare a tavola attraverso la storia dell’uomo, i relativi cibi, il suo territorio perché ogni terra è diversa dalle altre ed ha quindi prodotti con gusto differente.
Hanno funzione didattica, promuovendo corsi di degustazione, portando alla conoscenza di un vasto pubblico piatti antichi e moderni, indicando il più idoneo abbinamento con i vini.
Hanno funzione promozionale: tra gli scopi fondamentali di ogni Confraternita ci sono la conoscenza, la valorizzazione e, soprattutto, la promozione dei prodotti tipici della propria zona, attraverso iniziative per farli conoscere sia agli “indigeni” che ai “foresti” con incontri, esposizioni, assaggi.
Hanno funzione turistica: la cultura enogastronomica implica il concetto di movimento inteso nel senso che per conoscere bene prodotti, vini e piatti sarebbe necessario recarsi nel luogo dove questi vengono coltivati, prodotti o preparati; tutti sanno che non è la stessa cosa la degustazione effettuata nel luogo di origine. Da ciò l’esigenza dello spostamento e la vocazione turistica.
LA CONFRATERNITA DEL FORMAGGIO PIAVE
La Confraternita del formaggio Piave è nata, nell’anno del conseguimento della Denominazione di origine protetta (Dop) da parte del formaggio stesso, con il proposito di costituire uno strumento operativo per favorire una più vasta conoscenza e diffusione del prodotto.
Al fine di diffondere e valorizzare la cultura del formaggio Piave, la Confraternita si prefigge di promuoverne la conoscenza e le lavorazioni che ne costituiscono la parte integrante e di rendere noto ad un pubblico più ampio i valori nutritivi e le proprietà che lo caratterizzano.
La Confraternita promuove corsi di degustazione, di abbinamento, partecipa costantemente a convivi, eventi culturali, Nel mese di febbraio 2020 ha rinnovato gli organi sociali per il triennio 2020/2022, composti da Fabio Bona (presidente), Daniele Peloso (vice presidente vicario), Gino Triches (vice presidente), Luciano Dorigo (segretario), Beniamino Turrin (tesoriere) Monica Fratta, Fabio Consoli, Paolo Zabot, Martino Puppetti, Flavio Soppelsa, Piero Adami con Sara De Toffol, Renato Bettin, Luciano Girardi come revisori; maestro di cerimonia e adetto stampa Silvano Cavallet.