Apro le finestre che è arrivata primavera! – dice quello che apre
Chiudo le finestre che fa corrente! – dice quello che chiude
Apro gli occhi davanti a quello che mi dicono, perché non mi basta ascoltare
Io li chiudo, perché mi fa troppo male vedere
Apro la porta ed esco
Chiudo la porta e apro il pc
Apro le serrande di tutti i negozi perché voglio tornare a comprare quel che mi piace
Chiudo il pc e attendo che mi arrivi il pacco che ho ordinato
Apro tutte le scuole, perché, dopo la famiglia, la scuola è il luogo di socialità e convivenza più importante che c’è
Chiudo tutte le scuole, perché non si sa mai, troppo cultura rischia di far male alla salute
Apro un libro e cerco di saperne di più
Chiudo la televisione, perché ne so meno di prima
Apro la bocca e faccio una linguaccia
Chiudo la bocca e ingoio il rospo
Apro la guida dei ristoranti, ne scelgo uno e ci vado: ho voglia di bermi del vino mentre qualcuno cucina per me
Chiudo il coperchio della pentola, che anche stasera cucino io
Apro ad ogni possibilità
Chiudo ogni spiraglio alla speranza
Apro le tende perché entri un po’ di sole
Chiudo le tende, se no non vedo bene lo schermo del pc
Apro un conto in banca, voglio fidarmi
Chiudo i conti con tutti quelli che in questi mesi non mi hanno chiamato neanche una volta
Apro le braccia e abbraccio la persona che amo
Chiudo il cappotto e infilo le mani in tasca
Apro la testa di un virologo per capirci se dentro c’è rimasta un po’ di empatia e di compassione
Chiudo il giornale perché ho letto l’ennesima intervista all’ennesimo virologo che mi invita alla chiusura
Apro una casa chiusa
Chiudo un bar aperto
Apro una busta in cui trovo una lettera di un’amica che mi chiede “Come stai?”
Chiudo una busta in cui ho infilato la mia lettera di licenziamento, domani la spedisco
Apro l’agenda e vedo che la settimana sta per finire
Chiudo la settimana osservando un tramonto che sembra non finire mai
Apro. Almeno si respira un po’.
Passo. E chiudo.