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Calliol

una piccola frazione immersa nella natura

Calliol

una piccola frazione immersa nella natura

La nostra vallata è ricca di patrimoni storici, ma a caratterizzarla sono certamente anche piccoli paesi che hanno conservato la loro integrità fino ai giorni nostri e, stante le loro modeste dimensioni, o forse proprio per questo, rappresentano un unicum territoriale non solo per gli abitanti da sempre legati alla loro origine, ma soprattutto per chi vi decide di risiedere. Calliol è una frazione di circa 40 abitanti e, al contrario di quello che si può immaginare, essi sono per la maggior parte tra i 15 e i 60 anni; questo dimostra che queste frazioni resistono nel tempo per la loro qualità di vita.

Si arriva a Calliol da due strade secondarie, ma, seguendo la principale da Cesiomaggiore, si entra subito nel cuore del paese percependo, attraverso gli edifici che confinano con la strada, la volumetria delle vecchie contrade rurali.

Proseguendo si apre subito uno spazio aperto, probabilmente una sorta di piazza in altri tempi, dove si deve parcheggiare l’auto per proseguire rigorosamente a piedi in modo da osservare con tranquillità le bellezze di questo luogo.

Lasciata la piazzetta, si nota subito una costruzione antica di un certo fascino e di particolare valenza architettonica: avvicinandosi si scopre l’esistenza di un edificio nobile con portici affacciati su una corte chiusa da imponenti cancelli in ferro battuto. La villa Del Corno, di origini medioevali e poi modificata nel 700, è stata edificata dalla famiglia Del Corno, già stabilitasi in precedenza nel Comune di Cesiomaggiore.
Continuando per la strada che fiancheggia la villa, a Nord si nota la traccia di un arco chiuso, accesso a suo tempo alla corte interna rivolta a Sud, in seguito non più necessario con il variare delle proprietà e il frazionamento dei volumi attigui alla villa. Sono particolarmente interessanti queste tracce, testimonianze visibili e tracciabili del mutare delle esigenze, pur essendo fatte in tempi lontani dalla realizzazione originaria per la semplice esigenza del recuperare materiali del luogo in virtù del “fai da te” e del risparmio economico.
Questo tipo di interventi, per assurdo, ha un “impatto zero” sia sull’aspetto architettonico, perché ben si inserisce nel contesto in virtù dei materiali e della posa, sia sul risparmio energetico di lavoro, riportando in pieno al concetto dell’economia circolare, tanto di moda attualmente, già conosciuta da tempo nei nostri paesi (“no se buta via gnint”, dicevano i nostri nonni).

Proseguendo per la via, si percepisce come il borgo rurale adiacente alla villa, a suo tempo lungo la strada, presenta un aspetto architettonico di una certa valenza storica. Si giunge al collegamento con la vecchia strada verso Pez e Pullir, ancora utilizzata anche se per pochi abitanti del paese e per la manutenzione delle campagne sottostanti. Proseguendo su quella strada, si intravvede uno scorcio della villa Del Corno, della quale spunta solo la parte del timpano della facciata del Settecento, anch’essa come le altre ville del tempo rivolta a Sud e verso l’allora strada principale di accesso che permetteva il collegamento anche con Feltre. Era una prerogativa comune nelle ville venete del Settecento avere una posizione amena ed essere rigorosamente esposte a Sud con giardino e corte, ma soprattutto una vista particolarmente interessante e dominante sul paesaggio; esse erano collocate in modo da essere visibili in tutta la sua bellezza dalla strada principale di accesso al paese o alla località come simbolo di potenza economica.
Dall’imbocco della strada , infatti, si può notare la notevole veduta sulla nostra Valbelluna, la stessa che sicuramente si percepisce dal giardino interno della Villa Del Corno.

Ritornando verso il paese, si nota con piacere che interventi di ristrutturazioni ,tra l’altro ben fatti, ridanno vita ad antichi volumi esistenti, ospitando nuovi abitanti del paese e valorizzando in questo modo il nostro territorio proprio nel viverlo appieno come residenza “privilegiata”.

Concludendo, anche questa volta speriamo si riesca a stimolare, nella lettura di questo articolo, la voglia di andare a visitare questi luoghi ricchi di passato ma pure virtuosi perché hanno avuto il privilegio, attraverso anche l’insediamento di coppie giovani, di ridarsi una propria identità territoriale e al passo con i tempi.

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