A metà Quaresima, invece, arriva “Brusa la Vecia”, in particolare nel Bellunese. Nasce, infatti, già in tempi lontani, la necessità di raggruppare i tralci delle viti, le sterpaglie e le canne di granturco in una pira che poi veniva bruciata, lasciandosi alle spalle il vecchio per dar luce al nuovo. Nel frattempo si osservava da che parte andavano le “folistrighe” (le faville) per prevedere come sarebbe andato il raccolto. Successivamente in cima alla pira si cominciò a mettere dei fantocci, appunto un vecio o una vecia, a simboleggiare l’anno passato.
Di seguito questa tradizione divenne più colorita; s’iniziarono a scrivere dei veri e propri testamenti, a volte particolarmente sarcastici, in cui ci si sfogava con l’anno appena passato, si parlava delle diatribe fra frazioni, del sindaco o magari dell’anno di secca o pioggia. Col passare del tempo, il tutto è stato reso uno spettacolo. Ed ecco che nasce la moderna “Brusa la Vecia”, manifestazione attesa in tutta la provincia. In molti paesi si porta in piazza la “Vecia”, si legge il testamento e poi si dà il via al rogo.
Dal 1975 a Trichiana questa tradizione è molto sentita. Alcune frazioni scendono in piazza in un vero e proprio palio, sfidandosi a suon di testamenti, coreografie, roghi e, ovviamente, le Vece, delle vere opere d’arte di legno, cartone e tanta buona volontà. Il tutto valutato attentamente da una giuria che decreterà il vincitore. In passato si sono sfidate perfino nove frazioni. Ma quello che succede nell’arena è un vero e proprio spettacolo per il pubblico, alcune ore di puro divertimento.
Negli anni ‘80 la Pro loco Trichiana esportò la tradizione fino a Milano a pochi passi dalla Madonnina, a dimostrazione di quanto fosse sentita e vissuta l’attenzione verso di essa. In questi ultimi anni a Trichiana si è investito molto anche nel contorno che gravita attorno alla tradizione. La settimana della Vecia, preludio al rogo finale, comincia il 14 marzo con il mercatino de “Le robe de na olta” , materiale vintage e cose di vecchie case in piazza, seguito lo stesso giorno da una camminata goliardica alla scoperta del territorio, “La Vecia che camina de not”. Molti dei commercianti della piazza allestiscono le loro vetrine per il concorso de “La vetrina infuocata”.
A concludere il tutto, il sabato sera del 21 marzo, l’attesissimo rogo del palio delle Vece, sfida tra le frazioni di Carfagnoi, Frontin, Morgan, Sant’Antonio e Trichiana con il tradizionale rogo e la lettura del testamento.