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Bietér

Un nome che unisce le generazioni

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Un nome che unisce le generazioni

Per coloro che abitano nella Pieve Castionese, e non solo, Bieter non è un nome qualunque di un luogo qualunque: è l’amicizia, è il gioco, è l’abbraccio, è il pianto del saluto, è il ricordo fortissimo che collega ben più di una generazione!

Bieter è una località situata a monte della frazione bellunese di Sossai, a circa 3 km da Belluno, immersa in un meraviglioso verde, ex colonia dei conti Miari, che dal 1978 ospita, nell’unica grande casa, i campeggi estivi di alcune parrocchie della Diocesi. Alla fine degli anni Ottanta la casa è stata acquistata dalle parrocchie di Castion e Duomo Loreto e molti restauri sono stati eseguiti per renderla più confortevole e più vicina alle esigenze dei giovani che ospita. Ha visto e vede passare bambini, ragazzi e giovani bellunesi

Una settimana a Bieter vale più di cento pomeriggi con gli amici, più di una videochiamata o una chat di gruppo, più di una pizza insieme il sabato sera o una piadina in centro. Per sette giorni i ragazzi si immergono in un ambiente lontano da tecnologie e televisioni, e coltivano legami ed amicizie, tra giochi di gruppo, gare, momenti di raccoglimento, faccende domestiche, sempre seguiti da giovani animatori, che si preparano per mesi nell’allestire i campi affinché tutto funzioni al meglio, e dai cuochi che volontariamente dedicano il loro tempo alla “meglio gioventù”.

A Bieter si impara anche un po’ di autonomia. Per alcuni è il primo momento di distacco dai genitori: è necessario avere cura dei propri effetti personali, saper gestire il tempo e i piccoli conflitti che inevitabilmente nascono condividendo spazi e tempi. Durante l’estate appena passata, sebbene ancora in periodo di pandemia, don Marco e il consiglio pastorale di Castion hanno deciso, seppur con tutte le accortezze del caso, di riaprire “Bieter” a bambini e ragazzi per riappropriarsi, grazie anche alla spontanea e subitanea adesione del gruppo di animatori e dei cuochi, di un po’ di normalità, degli scherzi, dell’aria aperta e pulita e dei giochi con gli amici. Ed è stato in una parola, bellissimo, per tutti!

Ciò che mi ha sempre stupito di Bieter è questo particolare ricordo, questo senso di appartenenza che si respira quando si è lì, che rimane negli anni che passano e non solo tra i ragazzi ma anche tra chi ragazzo non lo è più: anche tra le madri e i padri che lì ci sono stati e che ora accompagnano i figli, riassaporando i ricordi delle camerate, del salone da pranzo, della saponata, del falò di fine settimana… quasi come fosse ieri!

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