La biblioteca di Pedavena è il luogo a cui sono legate le mie prime letture. Ancora oggi ne sono un assiduo frequentatore e, non appena entro, ho l’abitudine di dare uno sguardo agli scaffali delle novità proposte. So, infatti, che Francesco Padovani, il bibliotecario storico e cuore pulsante del servizio, cerca sempre di invogliare alla lettura con testi dei più vari: classici, nuove stampe, libri di montagna o edizioni sul nostro territorio. Qualche giorno fa mi ha sorpreso la quantità di nuovissime edizioni, ancora mai sfogliate, che facevano bella mostra di sé. «Ciao Francesco! Come mai tutte queste nuove proposte?». «Buongiorno Piero, sono i nuovi acquisti effettuati grazie al Decreto-legge sul sostegno del libro e dell’intera filiera dell’editoria libraia». Francesco interrompe il lavoro di catalogazione che i nuovi arrivi comportano e mi spiega di cosa si tratta.
Nel mese di giugno il Ministero dei beni culturali ha deciso di stanziare la cifra di 30 milioni di euro in aiuto di tutte le attività connesse alla promozione della cultura per via libraia duramente messe in crisi nel periodo della chiusura per la pandemia. La cifra è destinata a tutte le biblioteche pubbliche e degli istituti culturali aperti al pubblico fino ad arrivare ad un massimo di 7.000 euro per singola biblioteca (la somma massima è poi stata aumentata a 10 mila euro) a seconda del numero di volumi già presenti. Non solo la biblioteca di Pedavena, quindi, ma tutte quelle biblioteche italiane, comprese quella della nostra Valbelluna, che ne hanno fatto richiesta possono usufruire di questi vantaggi statali. La cifra doveva essere spesa entro il 30 settembre scorso ma è stata prorogata al 30 novembre per la gioia degli incerti sull’acquistare i classici macinati dall’uso o se puntare sulle nuove proposte.
Una bellissima iniziativa che permette a tutti di usufruire di un bene, la lettura e l’informazione, che diventa così di ancor più facile fruizione.
Francesco mi parla da dietro una schermata di plexiglass trasparente e naturalmente, trovandoci in un edificio pubblico, entrambi indossiamo la mascherina ed all’entrata le mani sono state igienizzate con l’apposito gel. Colgo l’occasione per chiedere quali sono le nuove norme che la biblioteca ha adottato per la lotta al Covid-19. Innanzitutto vengo rassicurato: non c’è alcun pericolo di trasmissione tramite i libri presi in prestito. Gli scaffali, solitamente aperti per gli indecisi che vogliono sfogliare il testo prima di prenderlo in prestito, sono ora chiusi e quindi è ancora più importante la figura del bibliotecario che può consigliare nuove letture oppure portarci quelle che sono nei nostri desideri. I libri, dopo la riconsegna, vengono lasciati a decantare dieci giorni in modo che ogni residuo pericoloso scompaia ed il libro sia così pronto per un nuovo lettore.
Rassicurato e curioso, mi faccio proporre delle novità che ora, vista la prima neve caduta sul monte Pavione ed il freddo che scaccia gli ultimi scampoli d’estate, avrò più tempo per leggere al tepore del “larin” di casa.
Leggere allunga la vita!
Sono molti gli studi relativi al benessere della lettura, ne citiamo solo due. Nel 2016 l’Università statunitense di Yale pubblica i risultati di un esperimento cominciato nel 2001 dove si dimostra l’aumento delle aspettative di vita per i lettori, soprattutto di libri rispetto a periodici, rispetto a chi non legge o occupa il suo tempo di riposo di fronte ad uno schermo televisivo. È sufficiente mezz’ora al giorno per avere un’aspettativa di vita superiore di due anni. Il secondo studio è un poco più vecchio e si basa su dati meno scientifici: “mens sana in corpore sano” (mente sana in corpo sano) diceva Giovenale, poeta romano di 2000 anni fa.