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Benigno De Zanet

coraggioso imprenditore

Benigno De Zanet

coraggioso imprenditore

Avrebbe compiuto 100 anni il 2 gennaio 2021, se la pandemia non se lo fosse portato via lo scorso 11 novembre. Benigno De Zanet, stimato e coraggioso imprenditore, nacque infatti il 2 gennaio 1921 a Sospirolo.

La gioventù
Figlio primogenito di Angelo e Giovanna, trascorse a Maras la sua prima infanzia, dapprima con la sorella Vittoria seguita, a vent’anni di distanza, dalla sorella Pia. Adolescente, seguì il padre nella sua fase di emigrante in Francia, in cerca di quel lavoro che scarseggiava nel periodo ricostruttivo della Guerra nei nostri paesi montani. Ritornato in patria, si trovò pronto per il servizio militare. Fu scelto per il corpo dei Bersaglieri, di stanza a Pordenone e poi a Bolzano; si accese un fuoco nella sua anima, che non si spense mai più (pochissimi i raduni a cui è mancato). Là si trovava all’inizio del conflitto e da là sarebbe dovuto partire per la campagna di Russia. Ma uno dei suoi comandanti, cogliendo in lui un grande potenziale, lo tolse dall’elenco dei destinati, adducendo come causale: «Ci sarà bisogno di gente capace per ricostruire l’Italia, a guerra finita». Benigno cercherà di non deludere mai l’aspettativa di questo lungimirante comandante, rimasto poi nei suoi pensieri più nostalgici.

A ridosso della fine del conflitto, Benigno rientra a Sospirolo dove, il 19 febbraio 1944, si sposa con Iole Cecchin. «Erano le 4 di mattina di un giorno pieno di neve», raccontava. «Per il viaggio di nozze partimmo con il treno dalla stazione di Bribano e arrivammo fino a Longarone, da dove poi rientrammo in giornata». Con la nascita delle due figlie, Graziella e Fernanda, i coniugi decisero di emigrare a Kaltbrunn, in Svizzera, dove Benigno trovò posto in un’impresa della lavorazione del legno, da subito benvoluto dal proprietario.

Imprenditore in patria
La famiglia ritornò in Italia nel 1958 con un chiaro obiettivo: fondare un proprio laboratorio con le competenze apprese e con il modesto capitale messo da parte. Iniziò a Bribano, in un piccolo spazio artigianale: Benigno ebbe l’intuizione di produrre battiscopa in legno compensato proprio nel momento in cui l’edilizia stava per fare i suoi passi più ambiziosi. In breve ebbe la necessità di fondare una società, che si chiamò Lignoform, proprio come la ditta in Svizzera. Era il 1959. Da piccolo laboratorio si passò ben presto a realtà industriale: spazi più grandi e aumento di personale. L’allora sindaco di Santa Giustina Muraro gli propose di ampliarsi a Formegan, dove sorse una seconda realtà industriale; le due attività insieme arrivarono negli anni d’oro a contare oltre 70 dipendenti. E sono svariati milioni di metri il conteggio del battiscopa prodotto e spedito in tutta Europa. A 60 anni circa lascia la direzione aziendale alle figlie e al genero Ermanno, pur rimanendo a disposizione. Con Iole sempre al suo fianco, inizia a viaggiare, toccando tutti i continenti e portando sostegno anche alle missioni bellunesi in Costa d’Avorio, Brasile e Argentina, attraverso l’amicizia con l’allora Vescovo Maffeo Ducoli.

Le sue passioni
Nel tempo libero Benigno si dedica ai suoi boschi e alla loro maniacale pulizia, assieme all’apicoltura. Sin da giovane, avendo potuto frequentare solo le elementari, ha ovviato con l’amata lettura; fino a 99 anni riusciva ancora a leggere senza occhiali. Trascorre con Iole ben 74 anni di matrimonio, fino alla perdita della moglie nel 2018.Ci teneva a vivere a lungo, Benigno: per se stesso non usava mai la parola “vecchio”, in fondo si è sentito un ragazzo fino all’ultimo.

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