Nel corso della storia sono tanti i cittadini che hanno lasciato un segno nella vita delle nostre comunità. Alcuni vengono quotidianamente ricordati, pur avendo vissuto qualche secolo fa, perché ci sono edifici, piazze o luoghi che portano il loro nome.
Il personaggio di cui vi parlerò è legato alla casa di riposo “Rosa ed Ettore Mione” di Lentiai. Si tratta di Augusto Mione, uomo della resistenza, emigrante, filantropo, divenuto in Francia uno dei più grandi imprenditori del secolo scorso nel ramo edile. Un uomo che non dimenticò mai la sua terra d’origine, diventandone un grande benefattore.
Nato a Mel nel 1898, entrò a far parte dei volontari alpini del Battaglione Feltre nel 1916; da qui passò all’Accademia militare di artiglieria di Torino, dove ottenne la qualifica di aspirante ufficiale, successivamente promosso tenente ed infine capitano. Attratto dalle idee del combattentismo, aderì nella prima ora al movimento fascista, ma ben presto se ne distaccò per volgersi verso l’ala repubblicano-socialista.
La svolta avvenne nel 1922 con il trasferimento in Francia dove fondò con successo un’impresa edile: la “Entreprise A. Mione e C”. Nel 1933 consegue il titolo di ingegnere e fonda la “Construction Moderne Francaise”, il cui sviluppo sarà rallentato dal secondo conflitto mondiale. Mione diventa punto di riferimento per gli antifascisti italiani esuli in Francia. La sua posizione gli consente di regolarizzare i fuoriusciti attraverso i permessi di lavoro.
A Parigi diviene prima elemento di spicco nel gruppo di Giustizia e Libertà, poi presidente per il Sud ovest della Francia della Lidu (Lega italiana dei diritti dell’uomo), che assolve alla funzione di Consolato per gli antifascisti. La seconda guerra sconvolge anche la sua vita, portandolo a diventare volontario nell’esercito francese.
Caduta la Francia in mano tedesca, viene arrestato, nel novembre 1940, a Bordeaux e imprigionato per tre mesi in un carcere parigino, poi per altri tre mesi a Treviri, quindi internato per un anno nel lager di Hinzert e successivamente inviato in Italia e condannato a cinque anni di confino alle isole Tremiti.
Nell’estate del 1943, liberato dopo la caduta del Fascismo, raggiunge Lentiai e qui, dopo l’8 settembre, fonda il CLN locale e getta le basi della prima resistenza locale collegandosi coi colonnelli Zancanaro e Bortolotti, attivi sui monti della sinistra Piave. Qui opera anche la formazione Garibaldi “Boscarin”, dalla quale Mione, per dissensi insorti sulla condotta della guerra partigiana, viene invitato ad andarsene, decidendo di tornare clandestinamente in Francia dal fratello.
Nel 1945 pubblica “Il duro cammino per la libertà”, un libro in cui ripercorre le vicissitudini patite durante la lotta antifascista, la resistenza ed il dopoguerra. Oltralpe riprende in mano la sua azienda di costruzioni che crebbe a tal punto da costruire la Città radiosa di Marsiglia, progettata dal grande architetto Le Corbusier. Altra significativa opera fu la cittadella di Bagnols sur Cèze per la quale ricevette il Gran premio dell’Urbanistica dal Governo Francese nel 1959. Mione si fece anche promotore del primo gemellaggio di Bagnols con Feltre. Il suo successo è stato talmente grande che nel 1968 aveva già all’attivo la costruzioni di oltre 35.000 appartamenti in Francia.
Il legame con la terra lentiaiese rimase immutato: nel 1959 costruì la casa di soggiorno per anziani di Lentiai, dedicata ai suoi genitori, Rosa ed Ettore, un’opera sociale a favore degli anziani. Nel 1970, visto l’aumento delle richieste di ricovero, il Comune decise di ristrutturare l’edificio attiguo (ex casa Isotton), collegandolo al primitivo corpo edilizio. I costi di edificazione erano molto alti, ma ancora una volta Mione mostrò la sua generosità con un’altra cospicua offerta.
Morí il 22 giugno 1982, ma il suo nome rimarrà per sempre legato alla comunità lentiaiese non solo per la casa di riposo ma anche per il dono del Monumento alla Resistenza in piazza a Lentiai.