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a disabilità spaventa ed evoca tristezza e paura. Bisognerebbe però conoscere uno per uno i portatori di handicap che frequentano il C.E.O.D. (Centro educazionale diurno) dell’Ulss 1 Dolomiti di Feltre per apprezzare la capacità di relazione e la simpatia che sanno suscitare. Ognuno ha i suoi talenti e il suo carattere, è vero, ma l’atmosfera è di collaborazione. Non solo con le operatrici che vi lavorano, anche tra i ragazzi che, se vedono la necessità, si fanno vicini a chi è in momentanea difficoltà. «Cosa c’è? Sei triste?» è il frequente approccio a chi soffre di malinconia e in quel caso non mancano un abbraccio affettuoso e qualche parolina di incoraggiamento.
Capita che chi magari non sa leggere o scrivere, o parla con difficoltà, sappia però esprimere il proprio mondo interiore con il colore e il disegno. Nascono così piccoli capolavori. Si è partiti dal decorare bomboniere, presine, grembiuli, canovacci, sporte per la spesa e si è arrivati a grandi tele usate come manifesti da appendere o montare su strutture di legno che diventano veri e propri quadri.
Ognuno ha il suo stile: c’è chi preferisce i fiori, chi le case, chi gli alberi, chi gli animali, chi spruzza sulla tela gocce di colori e chi si ispira a temi religiosi. Quando espongono i loro lavori al pubblico non mancano gli apprezzamenti. Per esempio il Natale Feltrino 2021 è stato abbellito da una mostra in varie vetrine delle loro opere. Si pensi che hanno fatto da contraltare proiezioni luminose addirittura del famoso artista informale Tancredi Parmeggiani. Si tratta di una forma d’arte che vuole farsi conoscere e stimare e che ci vuole “parlare” del bello e del buono.
Una volta tanto sono proprio loro, i disabili, che aiutano noi cosiddetti normali a recuperare quella gioia di vivere con semplicità e di condividere i sentimenti che abbiamo dimenticato. O che magari cerchiamo di reprimere per apparire più forti di quello che siamo.