Di canalizzare e smaltire le acque meteoriche – che, scendendo da Grum e dagli estesi campi coltivati, sistematicamente vanno ad allagare molte abitazioni del centro del paese di Villabruna – se ne parla da decenni.
Ci sono voluti eventi eccezionali e ripetuti per convincere il Comune di Feltre a trovare una soluzione e calmare gli animi dei cittadini, ripetutamente danneggiati soprattutto in via La Vigna e via Calzini, anche se – durante la recente calamità – il torrente arrivava sino alla piazza interessando anche il bar antistante il sagrato.
Gli abitanti delle aree interessate si sono dunque costituiti in comitato per perorare una soluzione definitiva e forse anche alcune denunce per danni rivolte alla municipalità sono state propedeutiche per evidenziare il grave problema.
Dopo una prima approvazione del progetto di fattibilità risalente ancora nel 2017, il Comune ha avviato un (lento) studio di approfondimento della situazione esistente.
Alcune opere di mitigazione del rischio idraulico spettavano comunque ai proprietari dei terreni a monte dell’abitato e, infatti, qui è stato realizzato un grande canale trasversale; si è notato, tuttavia, che i danni maggiori sono avvenuti col cambio di coltura per rotazione (corretto da un punto di vista agronomico): la soia non trattiene le acque di ruscellamento e di superficie; ora si è tornati al mais e le cose sono migliorate.
In ogni caso, con il confronto schietto e a volte vivace, il comitato ha convinto i tecnici a modificare le opere con la captazione delle acque anche a sinistra, salendo verso Grum, una volta canalizzato lo scarico finale nel sottostante torrente Caorame.
Purtroppo l’iter burocratico è sempre lungo e pieno di insidie; ci vogliono anni per riuscire a realizzare un’opera pur importante e prioritaria come questa: progetto di fattibilità, progetto preliminare, ricerca finanziamento, progetto definitivo, progetto esecutivo e poi mesi per la pubblicazione, gara d’appalto, verifiche varie, sino ad arrivare alla definitiva assegnazione e esecuzione delle opere! Si sente dire da un ventennio che bisogna snellire la burocrazia, ma intanto abbiamo scoperto che in altri paesi (Germania, Austria ecc…), per realizzare un’opera come questa, bastano… sei mesi!
Il comitato ha potuto contare sulla collaborazione dell’ex consigliere comunale ed assessore ai lavori pubblici Luciano Bona, che ben conosce l’iter e la farraginosa macchina organizzativa, e questo è servito non poco.
Per la cronaca, l’importo dell’opera è di 500 mila euro finanziati dal Fondo Comunni di Confine. Il sindaco Perenzin e l’assessore Zatta, come dichiarato nel corso dell’annuale riunione frazionale, sperano che i lavori possano essere eseguiti nel 2020, se non ci saranno altri imprevisti.
Intanto i cittadini attendono e si sono organizzati con barriere amovibili, sacchi di sabbia sempre pronti, pompe ed ogni altro tipo di difesa.