È stata la festa della montagna che ritorna a rivivere, al “Cantonét de Gena” fa ritornare al centro dell’attenzione la fontana e il lavatoio. Perso il primordiale scopo per cui 100 anni fa furono costruiti i due manufatti per raccogliere l’acqua dalla vicina sorgente ad uso delle famiglie e degli animali domestici, con questa nuova sistemazione il sito si appresta ad avere un nuovo interesse. “Il posto è molto suggestivo, immerso nel verde e nel silenzio della natura, si odono solo lo zampillo della fontana e il fruscio delle fronde degli alberi nella quiete del bosco; con questa nuova veste, il sito ritorna a nuova vita a servizio della persona per una sosta, per dissetarsi, per riposare, per meditare e per promuovere dei piccoli eventi culturali e musicali.” ha esordito il presidente della Associazione Culturale Veses sabato 4 settembre.
FESTA NELLA FESTA
Una bella giornata di sole (finalmente) ha accolto le oltre 100 persone salite fino a Gena Media, tanti rappresentanti delle associazioni locali, amici, appassionati di montagna, volontari ed autorità. “Gena Media è ricordata per il tragico eccidio del ’44 che non si deve mai dimenticare, adesso c’è un altro buon motivo per salire in questo borgo”, ha commentato tra altro il Sindaco di Sospirolo Mario De Bon. Il presidente del PNDB Ennio Vigne ha annunciato che l’Ente ha ricevuto molti fondi e che partirà a breve un progetto per il recupero di muretti a secco e strade silvopastorali; ha informato inoltre che Gena sarà presto collegata con il segnale telefonico della cella che sarà collocata in Pian Falcina. Nell’intervento la Comandante dei Carabinieri Forestali T.C. Marina Berto ha evidenziato il servizio che il corpo dei Forestali fa all’interno del Parco, un lavoro sempre più di collaborazione con il cittadino. L’onorevole Mirco Badole ha spiegato come l’Ente Parco sia positivamente migliorato con la nuova presidenza.
TESTIMONIANZE
Toccante è stata la testimonianza di Luigi Case ultimo abitante a lasciare Gena nel 1967 dopo l’alluvione del ‘66 assieme alla sua famiglia e le bestie e il primo a ritornare negli anni ’80 per liberare le case disabitate avvolte dai rovi e dall’abbandono.
Il Coro Oio ha intrattenuto il pubblico presente con alcuni canti tra i quali il toccante e significativo “La contrà dell’acqua ciara” il cui testo si calava perfettamente nel contesto della montagna abbandonata.
Dopo il taglio del nastro, la festa è continuata in allegria nel cortile di Gena con degustazione di prodotti e vini locali preparati da Giampietro Frescura direttore dell’Enaip e dallo chef Walter Isma. Al “Cantonèt de Gena” è tornato a vivere grazie al Veses ai tanti volontari che hanno lavorato, agli abitanti di Gena che hanno dimostrato generosità e ospitalità fuori dal comune.
Grazie di cuore a tutti.