Il 13 dicembre 1939 si inaugura il Museo del 7° Alpini voluto dal comandante col. Carlo Ghe per ricordare i caduti del Reggimento. Ma dal settembre 1943, sciolto il 7°, alla caserma “Salsa” il Museo sarà in balìa dei tedeschi e in città si teme possa venire trafugato.
UNA BEFFA AUDACE
Giugno 1944: in città circola voce che il Museo potrebbe andare a Vienna “a dimostrazione di rivalsa d’una guerra perduta” [1915-18, ndr].
Il rag. Amedeo Burigo, economo comunale e vecchio ufficiale del 7°, rischiando la pelle, è autorizzato dai tedeschi a mettere in salvo il patrimonio museale che esce dalla “Salsa” sotto scorta armata per paura di un blitz dei partigiani. Da allora i bombardamenti alleati daranno ben altre preoccupazioni ai tedeschi!
Maggio 1945: il Museo torna alla “Salsa” ed a Burigo viene tributato un encomio solenne. A seguito di estenuanti trattative, il 1° giugno 1953 il ricostituito 7° è inquadrato nella neonata Brigata Alpina “Cadore” e il Museo è affidato al m.llo Rino Cazzoli sino alla soppressione del Reggimento (1975) e della Brigata “Cadore” (1997).
DA BELLUNO A SEDICO
Dal 1997 il Museo è nuovamente a rischio dispersione. Le Sezioni Alpini di Belluno, Feltre, Cadore e Valdobbiadene si battono per difenderlo, come riferito da Cesare Poncato, già consigliere nazionale dell’A.N.A.
1997-2005: dopo interminabili trattative, scartate le ipotesi delle caserme “Tasso” e “Fantuzzi”, la Provincia offre Villa Patt a Sedico.
Iniziano così i lavori, si trasferiscono i materiali, arrivano i contributi di Regione Veneto e Fondazione Cariverona. Il 2 giugno 2007 il presidente della Provincia Sergio Reolon taglia il nastro della struttura museale ideata dall’arch. Alberto Erseghe. Dopo due anni un furto fa sparire alcuni pezzi importanti. Il Museo, gestito dal Servizio Cultura della Provincia con la conservatrice Cristina Busatta, riparte grazie anche alla competente collaborazione di personale del 7° e a importanti donazioni.
Vengono inventariate e digitalizzate le foto storiche e le cartoline militari, una parte delle foto è stata anche oggetto di catalogazione. Si allestiscono nuove sale tematiche e nuovi pannelli didascalici anche per non vedenti, gigantografie, installazioni video. Al piano terra si installa uno splendido plastico multimediale sulla Grande Guerra in provincia di Belluno: un’applicazione consente di utilizzare lo smartphone come audioguida multimediale.
In collaborazione con l’Isbrec vi si svolgono laboratori didattici per le scuole e vengono ospitate mostre sulla Grande Guerra, rassegne cinematografiche sul tema, convegni, presentazioni di volumi e di progetti di ricerca con cadenza annuale.
Il Museo è stato soggetto coordinatore del censimento dei beni della Grande Guerra della provincia di Belluno per conto della Regione del Veneto ed ha incrementato notevolmente i suoi visitatori facendosi conoscere a fiere ed eventi e potendo contare sulla disponibilità degli alpini dell’Ana Belluno per le aperture domenicali.
UN NUOVO FUTURO?
Passata la dott.ssa Busatta alla direzione del Museo di Serravella, la Provincia non riesce più a far fronte in proprio alla gestione del Museo. Una convenzione attualmente allo studio potrà consentire una gestione diversa del Museo tra Provincia, A.N.A. Belluno e Truppe Alpine al fine di una rapida riapertura della struttura. Ciò è stato ribadito anche il 17 gennaio scorso quando è stato celebrato l’80° per l’organizzazione di Ezio Caldart (Sezione A.N.A. di Belluno) in collaborazione con le penne nere di Feltre e Cadore, il patrocinio di Provincia, Comune di Sedico e 7° Alpini.
I cori “A.N.A. Adunata”, “A.N.A. Piave” e “Cadore”, rappresentanti le realtà territoriali della provincia e i Battaglioni storici del 7°, hanno eseguito celebri canti dell’epopea alpina, mentre i fatti storici salienti del Museo sono stati narrati da Dino Bridda. Intervenendo, il presidente della Provincia Roberto Padrin, il sindaco di Sedico Stefano Deon, il comandante del 7° col. Stefano Fregona e il presidente nazionale A.N.A. Sebastiano Favero hanno ribadito che al più presto la citata convenzione possa permettere la necessaria fruibilità del Museo a visitatori e scolaresche.
Alla fine meritati riconoscimenti per la conservatrice del Museo dott.ssa Cristina Busatta e al caporal maggiore capo Federico Patelli, suo appassionato collaboratore.