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50 anni di Gruppo Folk Cesio

una storia di dedizione e amore per le tradizioni

50 anni di Gruppo Folk Cesio

una storia di dedizione e amore per le tradizioni

Il Gruppo Folklorico di Cesiomaggiore festeggia, in questa primavera, 50 anni di attività ininterrotta. Il sodalizio nasce nel 1971 con l’obiettivo di ripristinare il vecchio gruppo esistente prima della seconda guerra mondiale e di riproporre con continuità il ricco patrimonio di tradizioni popolari di Cesiomaggiore e della vallata feltrina. Il gruppo ripropone nelle sue esibizioni spaccati di vita quotidiana del mondo contadino di fine Ottocento e inizi Novecento, indossando gli abiti “da festa” originali o fedelmente riprodotti e proponendo danze e canti accompagnati da musica dell’epoca.

Le origini
Nel febbraio 1971 la prima apparizione in pubblico a seguito di una sfilata di carri mascherati. Poche coppie di giovani in costume furono accolte con entusiasmo nel loro intento di riproporre la tradizione di un tempo. Esse recuperarono i vecchi costumi e materiali grazie ai pochi e anziani superstiti degli anni 30, una tra tutti, guida incomparabile, la signora Mira Conz. Si sviluppò in poco tempo una dedizione costante nella ricerca e raccolta di materiale dell’epoca e di testimonianze di vita. I componenti acquisirono così un patrimonio di conoscenze e oggetti oramai quasi dimenticati. Insieme, si andava formando anche il repertorio: un lungo e paziente lavoro, fatto di prove settimanali e volontà di miglioramento sia dal punto di vista dei contenuti sia tecnico.

Le danze sono occasioni per riproporre l’oggetto della ricerca, le varie fasi di alcuni mestieri contadini, oggetti e scene di vita quotidiana. Tradizioni d’altri tempi come il filò o figure come “la Kròmera” sono mezzi per trasmettere conoscenze su utilizzo e costruzione di attrezzi d’un tempo o di mestieri in disuso. È stato possibile studiare movenze e passi da adattare ai balli in formazione ed elaborare le composizioni musicali suonate dal vivo dall’orchestra di fisarmoniche, chitarra, contrabbasso e mandolino, che da sempre accompagna i ballerini.

Il gruppo ha preso parte a spettacoli, concorsi e festival nazionali e internazionali, vincendo numerosi premi tra cui il Concorso folkloristico internazionale di Gorizia del 1979, l’ambitissima “Piccozza d’oro” a Zakopane (Polonia) nel 1985, il Festival internazionale del folklore di Kosice (Slovacchia) nel 1992, la rassegna “Su e zo per i ponti” a Venezia nel 2015.

I costumi e l’operato al Museo
Il fiore all’occhiello è sicuramente il costume, originale dell’epoca o fedelmente riprodotto; tessuti, accessori, gioielli e calzature che lo compongono sono stati recuperati o donati e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore. Ancora oggi le manutenzioni o gli adattamenti dei vari pezzi vengono fatti a mano e con materiali originali.
La mole dell’attività svolta sfocia anche nella grande collaborazione con il Museo etnografico di Seravella, dove è custodito e catalogato gran parte del materiale raccolto. Il gruppo si occupa anche della gestione delle visite e delle guide nei fine settimana e della manutenzione del verde adiacente. Un’altra attività è stata la collaborazione in progetti didattici con varie scuole della provincia con lo scopo di sensibilizzare i giovani all’interesse per le proprie origini e per il territorio.

I viaggi
Numerosi i viaggi in Italia e all’estero: Nord e Sud Italia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Cecoslovacchia, Svezia, Porto Rico, Brasile e Ungheria. Soprattutto fino ai primi anni 2000, la bella stagione era ricca di eventi. «Si facevano prove tutti i giovedì e poi esibizioni tutti i sabati e le domeniche, anche due o tre al giorno!», raccontano i veterani, «è successo persino che il gruppo si sia diviso, per partecipare a due spettacoli contemporaneamente!».

La situazione oggi
Nell’ultimo decennio il gruppo si trova a dover affrontare un periodo difficile. Le uscite e le trasferte diventano sporadiche e la partecipazione di nuove leve è diminuita drasticamente. Il Covid-19 ha segnato ancor di più la formazione, rendendo impossibile qualsiasi tipo di attività e rapporto inter-personale. L’auspicio è senz’altro quello di riprendere l’impegno il prima possibile e di sensibilizzare maggiormente alla partecipazione. Sono moltissime le persone che ne hanno fatto parte, per brevi o lunghi periodi. Ma la vita longeva di questa associazione è dovuta senz’altro alla presenza di un nucleo tenace e appassionato di componenti che, dagli anni 70 e 80 fino ad oggi, non ha mai abbandonato i propri ideali. Pazienza, costanza, lavoro, dedizione, condivisione e allegria sono valori unici e ineguagliabili che contraddistinguono il gruppo, fonte non solo di ispirazione ma anche di insegnamenti di vita.

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