“In questo periodo di clausura non posso far altro che il mio lavoro di pittore e non perdo l’occasione. Tra fogli, tavolette e tele il numero dei pezzi finora supera il centinaio. Vediamo se ciò può essere utile alla Comunità, per esempio mandare le foto agli indirizzi degli amici invitandoli, se ne gradiscono uno, a versare un obolo libero. Un saluto a tutti. Vico”
Così ha scritto Vico Calabrò, in una lettera datata 8 aprile, alla Comunità di “Villa San Francesco” del Cif di Venezia, a Facen di Pedavena. «Vico non è pittore di corte, Vico è pittore di famiglia, di prossimità, di sguardi lontani. La sua arte è amata e rispettata in tantissime “gallerie della vita” nei luoghi più impensabili del mondo» spiegano ragazzi, educatori e volontari di “Villa San Francesco”.
«Dal 1980 in Comunità a Facen, poi a seguire alla Cooperativa sociale Arcobaleno ’86 onlus a Feltre, da uomo e da artista, mai ha mancato di rispondere per la propria parte, mai invasiva, al bisogno di amore e di famiglia di tantissimi ragazzi e giovani, resi adulti prima del tempo. Da decenni è direttore artistico della Comunità e fondatore presso la Casa Emmaus in Facen della Casa degli affreschi, già orfanatrofio e asilo della Piccola opera della Divina Provvidenza fondata da san Luigi Orion; arte, quella dell’affresco di Vico, vanto dell’Italia nel mondo. Un centinaio gli affreschi realizzati, 24 maestri frescanti di 8 nazionalità hanno lasciato un’opera personale sulle pareti, 216 allievi di 14 nazionalità hanno avuto la possibilità di esercitarsi».
L’iniziativa
Neanche il Coronavirus è riuscito a rallentare l’arte e il cuore generoso del maestro: dalla “clausura” forzata di San Vito di Cadore sono uscite, infatti, 104 opere di straordinaria bellezza , visibili sul sito www.arcobaleno86.com, dove è possibile prenotarne una seguendo le linee guida. “Condizioni particolari, cartoni di recupero, ritagli di legno, limitate condizione di lavoro, preoccupazione, pochi mezzi”, così scrive Vico nell’accompagnare la consegna dei disegni, rivelando anche l’essenzialità dei materiali usati.
Per promuovere l’iniziativa è nato un comitato spontaneo; spiega un suo rappresentante, Enrico Gaz: «Vogliamo creare una rete sociale che metta in connessione i molti che sostengono le esperienze di solidarietà legate a Villa San Francesco. Un passo in più e diverso rispetto all’associazione di volontariato “Cesare Piazzetta” che raccoglie gli operatori attivi. Un’associazione di promozione sociale in cui troveranno ospitalità i tanti che supportano a distanza, che simpatizzano a casa, che frequentano e partecipano quando possono. Abbiamo pensato a un comitato promotore, che sorto in maniera spontanea è già all’opera, a una prima raccolta fondi, alla preparazione di quanto serve per la costituzione dell’associazione e per il suo riconoscimento regionale. Chi lo desidera può segnalare il proprio interesse a partecipare e donare, magari facendo un’offerta per una delle opere del maestro Calabrò».