Chi, guardando l’Altare della Patria, si è chiesto: chi ci sarà nel sacello del Milite Ignoto? Chi sarà mai stato il Fante prescelto per divenire quell’ Ignoto che avrebbe rappresentato per sempre tutti i Caduti della Grande Guerra? Di sicuro lo ha fatto l’autrice bellunese Paola Zambelli che nel suo ultimo romanzo “Il treno dell’Ignoto. Il viaggio del Milite Ignoto” (B.d.L. Editore), ha voluto dargli un’identità e raccontarla attraverso le vicende degli undici militi tra cui venne scelto colui che sarebbe divenuto per sempre il Milite Ignoto deposto nel Vittoriano a Roma.
L’origine
Cent’anni fa il Governo italiano decise di dedicare un monumento a un Milite Ignoto che rappresentasse tutti i caduti di quella terribile Prima Guerra Mondiale che era costata 600 mila vittime militari e altrettante civili. Una commissione ebbe l’incarico di cercare, nei cimiteri di undici campi di battaglia, undici salme assolutamente ignote sprovviste di piastrino identificativo e di effetti personali riconducibili ad un’identità. Le salme vennero riposte in casse di legno e condotte nella Basilica di Aquileia dove una mamma, la signora Maria Bergamas, madre dell’irredentista Antonio Bergamas disperso in guerra, avrebbe scelto un soldato rappresentativo di tutti i caduti. Fu una scelta molto sofferta perché Maria Bergamas aveva già pensato di scegliere l’ottava o la nona bara (8 e 9 erano numeri legati a suo figlio); poi, però, era andata oltre, con l’intento di rendere omaggio a tutti gli undici Militi, ma si accasciò sulla decima bara: la scelta era fatta. Tra grandi onori la bara dell’Ignoto fu trasportata a Trieste dove venne issata su un convoglio speciale, allestito per l’occasione, che la trasportò attraverso l’Italia fino a Roma.
Ad ogni fermata e lungo via c’erano persone di ogni ceto ed estrazione sociale che porgevano il loro saluto al convoglio funebre. Giunta a Roma la salma venne trasportata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e il 4 novembre 1921, durante una sontuosa cerimonia, venne condotta al Vittoriano per essere deposta nel sacello dove tutt’oggi si trova.
Il romanzo
Tutto ciò è narrato nel romanzo di Paola Zambelli, uscito in libreria a luglio e vincitore del Premio “Righini Ricci”: una semplice domanda, di quelle che i bambini sanno porre strappandoti un sorriso – «Nonna, anche tu sei stata bambina? Avevi una nonna? Cosa ti raccontava?» – dà voce ai ricordi tramandati di nonna in nipote, scanditi dal ritmo del pedale di una vecchia macchina da cucire. Ed ecco comparire una “ragazzetta” di cent’anni fa, che grazie alle testimonianze di un misterioso ed intrigante Signore in nero, narra le vicende di undici soldati che hanno affrontato la Grande Guerra: undici provenienze, undici storie di vita, undici campi di battaglia; undici racconti che restituiscono un’identità ai militi assolutamente ignoti tra i quali è stato scelto colui che sarebbe divenuto per sempre il Milite Ignoto. La narrazione si fa attuale in tempo di lockdown, quando nonni e nipoti hanno avuto l’occasione di stare insieme e di condividere importanti ricordi. «Ogni lettore darà la sua interpretazione dei misteri celati tra le righe», rivela l’autrice che è contattabile attraverso il sito http://paolazambelli.it e che, dopo la presentazione del 15 settembre presso la sezione Ana di Belluno, sarà il 29 ottobre a Sospirolo e il 2 novembre a Villorba.